sabato 30 novembre 2019

I maltrattamenti nel parto sono violazione dei diritti umani: lo dice la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite


Signora, ci sta mettendo troppo… o si sbriga o facciamo un cesareo!

Induzione a 40+3 senza motivo. Ci ho messo 2 giorni per arrivare a 5 cm., 2 giorni d’inferno. Dopo l’epidurale si è fermato tutto. Cesareo.


Molte testimonianze simili a queste sono rimbalzate sui nostri canali social negli ultimi anni, seguiti dall’hashtag #bastatacere. C’eravamo anche noi tra le associazioni che, nel 2016, hanno gestito la campagna mediatica vedendo passare sotto i propri occhi addolorati centinaia di messaggi come questo.

Contestualmente ha iniziato a diffondersi sempre più il concetto di “violenza ostetrica”, che però sino ad oggi non è ancora riconosciuto ufficialmente in Italia.

Ora un nuovo passo avanti è stato compiuto a sostegno della tutela delle donne e dei neonati nel parto, un passo che ha importanza storica e notevoli ricadute anche nel nostro Paese.


La Relatrice Speciale sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Dubravka Šimonović, ha presentato all’ultima Assemblea Generale, tenutasi a New York il 4 ottobre 2019, il suo Rapporto annuale, risultato della collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Il Rapporto è disponibile in italiano grazie alla traduzione dell’avvocata Alessandra Battisti e di Elena Skoko, fondatrici dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica in Italia. Due giorni fa la versione italiana è stata presentata a Roma in una conferenza stampa organizzata dall’Osservatorio insieme alle associazioni Ciao Lapo e La Goccia Magica.

Perché è così importante questo Rapporto?


La Relatrice affronta per la prima volta il tema della violenza ostetrica come violenza di genere e propone un approccio basato sui diritti umani.  Il suo Rapporto inserisce la violenza ostetrica tra le varie forme di violenza contro le donne: i maltrattamenti nel parto e durante ogni processo riproduttivo, dunque, sono violenza di genere e  violazione dei diritti umani, e come tale vanno affrontati.

Il Rapporto analizza le molteplici cause all’origine del maltrattamento e della violenza in cui le donne diventano vittime dei sistemi sanitari, portando l’attenzione anche sullo squilibrio di poteri nella relazione medico-paziente: non di rado le testimonianze riportano abuso della dottrina della necessità medica al fine di giustificare il maltrattamento nel parto.

Pertanto la Relatrice Speciale raccomanda a tutti gli Stati membri, Italia inclusa, di elaborare delle strategie nazionali basate sul rispetto dei diritti umani nel contesto del parto e degli altri servizi riproduttivi, mettendo l’accento sulla necessità di un reale consenso informato come diritto umano e come protezione contro questa forma di violenza. Inoltre esorta ad assicurare compensazioni per le vittime di maltrattamento e violenza.

Il Rapporto ha l’obiettivo di assistere gli Stati affinché possano adempiere i propri obblighi per la tutela dei diritti umani e sviluppare in modo adeguato leggi, politiche, strategie nazionali per la salute riproduttiva delle donne e procedure istituzionali per le denunce in caso di violazioni dei diritti che possano assicurare un approccio basato sui diritti umani e l’assunzione di responsabilità (accountability) all’interno delle strutture sanitarie” si legge sul sito di OVO Italia.

La Relatrice Speciale, in un videomessaggio inviato in occasione della conferenza stampa italiana, ha ricordato

“i movimenti di base svolgono un ruolo chiave nel promuovere il cambiamento e il rispetto dei diritti delle donne durante la gravidanza”.


Noi ci crediamo profondamente ed è questa convinzione che ci guida: dal basso, ascoltando le donne e le famiglie, e allo stesso tempo collaborando con le Istituzioni al fine di aprire un dialogo costruttivo, come ci impegniamo a fare da anni, è possibile restituire alle donne il rispetto e la promozione delle loro scelte, dei loro tempi, delle loro innate competenze, dei loro diritti umani, a partire dal momento del parto.









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