venerdì 25 luglio 2014

Rispondiamo alla FNCO che si schiera contro il diritto delle donne alla libera scelta

Dopo il comunicato pubblicato dalla Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche  (apri link) molte sono state le manifestazioni di indignazione e protesta soprattutto da parte delle donne che hanno visto in questo documento un profondo abuso verso il proprio diritto all’autodeterminazione.
Noi di Rinascere al Naturale, con Innecesareo ONLUS, Partonaturale, il gruppo FB Noi vogliamo un VBAC e Un sorriso sulla pancia abbiamo raccolto le voci di protesta, condividendole pienamente, e abbiamo deciso che non potevamo rimanere in silenzio.
Ci siamo quindi fermate a abbiamo scritto una lettera con l’intento di rappresentare ogni donna offesa da questa iniziativa della Federazione Nazionale delle Ostetriche con l’obiettivo di essere ascoltate.

Abbiamo deciso di non fare appello -anche se avremmo potuto- alle profonde contraddizioni riscontrabili nel comunicato, o a studi scientifici che evidenziano la sicurezza del parto domiciliare, sebbene qualcuno includa, nella popolazione esaminata, le donne precesarizzate (come questo), nè tantomeno al "dettaglio" che gli studi sulla rottura d'utero siano stati effettuati su VBAC ospedalieri, spesso medicalizzati. Al contrario abbiamo deciso di incentrare la nostra lettera su un unico, fondamentale, punto: la non conciliabilità del comunicato con la nostra Costituzione, che all'art. 32, comma 2, afferma: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, dove il "se non per disposizione di legge" si riferisce a malattie la cui cura, diventando interesse collettivo, trasforma il diritto in dovere alla salute (e non ci pare che il parto rientri nella categoria). Se poi si esamina la definizione di salute che da l' Organizzazione Mondiale della Sanità : “uno stato di benessere fisico, mentale, sociale e non consiste soltanto nell' assenza di malattie o infermità”, la contraddizione è ancora più evidente.
Da sempre crediamo che l’unione delle donne possa cambiare il mondo ed è per questo che oggi vi chiediamo di sottoscrivere l'iniziativa con la lettera che vi proponiamo; l’intento è quello di dimostrare alla FNCO che non rimaniamo a guardare mentre ci vengono sottratti i diritti fondamentali.
Il modo è semplice: vi chiediamo di scaricare il modello della lettera e, inserendolo in allegato, mandare una mail alla Federazione – presidenza@fnco.it - col testo che segue:

Pienamente consapevole dei miei diritti, sottoscrivo la lettera promossa da Rinascere al Naturale, Innecesareo, Partonaturale, Noi vogliamo un VBAC gruppo FB, Un sorriso sulla pancia.
Firmato il vostro nome e cognome.

Inondiamo la Federazione delle nostre lettere, non lasciamo che altri decidano per noi come, dove e con chi partorire!

Scarica qui la lettera da allegare


Come ulteriore iniziativa puoi firmare la petizione on line
Firma qui la petizione on line


                                                                            Spett.le D.ssa Miriam Guana,
                                  Presidente della Federazione Nazionale Collegi Ostetriche

Siamo un gruppo di donne e mamme che oggi non possono tacere la loro indignazione di fronte a quanto scritto nel comunicato dal titolo “L'assistenza al parto a domicilio nelle donne precesarizzate è da ritenersi a rischio?” in cui la Federazione prende una posizione chiara e inequivocabile: le donne con pregresso cesareo non possono partorire tra le mura domestiche e le ostetriche hanno il dovere di non incoraggiare e assecondare questa volontà, nonostante il consenso informato.
Quello che ci lascia profondamente perplesse è constatare come in poche righe si sia riuscito ad abolire un diritto fondamentale di ogni essere umano e quindi anche di una donna che sta per mettere al mondo il proprio bimbo: scegliere liberamente per la propria salute.
Viviamo in una società in cui ogni essere umano reputato capace di intendere e di volere può rifiutare un trattamento medico, può scegliere le cure a cui sottoporsi o no ma oggi, con questo comunicato, questo diritto viene spazzato via.
Citando testualmente il comunicato, si legge: “l’ostetrica/o ha l’obbligo di comunicare alla donna che il parto di prova a domicilio, nel caso di donne precesarizzate, è da ritenersi una pratica non prospettabile"...e ancora "Ne consegue che, nel rispetto di quest’ultime l’ostetrica/o non deve proporre né assecondare la donna già cesarizzata ad affrontare un parto vaginale a domicilio. Tale condotta è da osservarsi anche a fronte di uno specifico consenso informato scritto in quanto la sproporzione esistente fra rischi e benefici rende indisponibile l’esercizio di tale diritto da parte della donna."
In altre parole: negando all’ostetrica la facoltà di assistere una donna che, dopo essere stata debitamente informata su tutti gli aspetti di tale scelta, vuole partorire presso il proprio domicilio, la FNCO vuole vietare a quella donna di valutare il rapporto rischio/beneficio secondo la propria personale ed esclusiva condizione e, cosa forse ancora più grave, vuole violare il suo proprio diritto fondamentale di scegliere come, dove e con chi partorire.
In questo modo la facoltà di scelta della donna viene scalzata dall’imposizione di una decisione da parte di un organo istituzionale. E questo non è accettabile!
Gli  operatori sanitari possono  intervenire al posto della donna unicamente "per stato di necessità" nei casi in cui non intervenire porterebbe un danno a terzi.  Ma il danno a terzi deve essere imminente e certo.
Se  si pone invece la rottura d’utero (peraltro rischio da cui non è esente nessuna donna) come spartiacque tra chi può partorire a casa e chi no, considerando che la possibilità che avvenga è comunque molto bassa, questa eventualità non può essere motivo per cui costringere la donna a sottoporsi ad una ospedalizzazione se non è tra i suoi desideri.
Abbiamo una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, il caso “Ternovsky contro l’Ungheria”, che decreta come ogni donna, ogni partoriente – compresa la donna precesarizzata - abbia l’autorità di decidere in quali circostanze partorire.
Senza le professioniste della nascita però, senza che le ostetriche possano decidere liberamente se assistere o meno una donna con pregresso cesareo, questa sentenza perde di significato..il diritto della
donna non viene rispettato. . A meno che non si valuti, come alternativa all’HBAC, il parto in casa non assistito, e non crediamo che la FNCO voglia incoraggiare questa pratica.
La missione  delle ostetriche è quella di stare accanto alle donne, in particolar modo alle partorienti. È sconcertante che proprio una federazione di ostetriche,  piuttosto che schierarsi a favore delle donne consapevoli della loro forza generatrice e dell'importanza della vicinanza di un'ostetrica, cerchi disoffocare quella consapevolezza.
Noi oggi vogliamo opporci, vogliamo proteggere con forza e a gran voce il nostro diritto di non subire alcuntrattamento, alcuna decisione, alcuna imposizione.
Vogliamo essere noi le protagoniste della nascita dei nostri figli. E non taceremo finchè non vedremo
rispettati i nostri diritti!
A Lei, D.ssa Guana, e alla FNCO chiediamo: oggi si nega il diritto all’HBAC, domani?

24 luglio 2014

                      Rinascere al naturale ONLUS - rinascerealnaturaleonlus.blogspot.com
                                                           Innecesareo ONLUS - www.innecesareo.it

                                                           Partonaturale - partonaturale.net
                                                          “Noi vogliamo un Vbac” – gruppo Facebook 
                                                          Un sorriso sulla pancia

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