venerdì 25 luglio 2014

"Oggi si nega il diritto all'HBAC, domani?"

Riportiamo, da un sito amico (www.mammapermamma.eu) le riflessioni di un'ostetrica che inseriscono il recente comunicato della Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche (leggi il comunicato) in un panorama più ampio.
Queste parole ci fanno riflettere a nostra volta e destano grande sconcerto e preoccupazione.
Invitiamo caldamente tutti a leggerle.

“Questa manovra dura già da tempo, quello che si vuole attaccare è la libertà di scelta della donna, che non si affida più alla competenza della “scienza” medica, ma sceglie, sceglie autonomamente, dove partorire, con chi partorire e come partorire. Sono ancora una minoranza le donne che scelgono, rispetto alle tante altre che ancora partoriscono dove, come e quando decide il proprio ginecologo. Ma loro (i ginecologi) sono acuti e lungimiranti, e hanno intravisto un fenomeno, un fenomeno lentamente dilagante e hanno deciso di fermarlo, costi quel che costi, se occorre anche infamando.
Devono fermare la donna che pur andando in ospedale sceglie, sceglie tutto ciò che è possibile, per lei e per il suo bambino, devono fermare la donna che sceglie di partorire in casa, devono fermare le donne che scelgono di partorire nelle case di maternità. Come? Non attaccando direttamente le donne (quando mai?) ma chi le sostiene chi le aiuta, ossia le ostetriche.
Se ci pensate bene, già lo scorso anno con tutti gli attacchi e le falsità sulla pratica del Lotus birth, si è cominciato a a ledere questo diritto, difatti oggi molti ospedali negano il consenso, anche quelli che già lo facevano, poi hanno chiuso le case di maternita (vedi Firenze) o meglio le hanno rese inoperanti, tanto che la loro chiusura divenga la fine inevitabile. Ora il parto in casa per i pregressi cesarei, domani il parto in casa nella primigravida, dopodomani il parto in casa.
Sicuramente c’è un grosso interesse economico dietro a tutto ciò, che non è direttamente proporzionale all’onorario del ginecologo, ma c’è altro. La battaglia contro il Lotus Birth, la proposta dell’inserimento nel codice deontologico dell’ostetrica di un suo obbligo alla promozione della raccolta del sangue cordonale, mi fa pensare che tutto questo movimento nasconda ben altro.
E’ la storia che si ripete, così come quando si decise (anni ’30-’60) di medicalizzare e “controllare” (abolire) le nascite a domicilio e promuovere l’ospedalizzazione per i parti, si sono utilizzate le ostetriche condotte, che sono andate via via a sostituire le empiriche (le donne esperte di parto), ancora oggi si utilizzano gli organismi istituzionali (FNCO) e no (coordinamento parto in casa) per contrastare il parto in casa. Anche durante il ventennio fascista le ostetriche hanno avuto un grande riconoscimento istituzionale proprio perchè una delle finalità del regime era promuovere la natalità, loro stesse operando negli ambulatori della maternità (ambulatori ex OMNI) hanno elargito tanti latti artificiali (conosciamo bene le conseguenze di questa campagna contro il latte materno durata decenni). Certo oggi il colpo basso viene anche dal coordianamento parto in casa, dove anche quelle ostetriche considerate dalla FNCO un po troppo “alternative”, sostengono la non opportunità di un parto in casa nel pregresso tc.
Gli attacchi sono tanti e su tutti i fronti, possiamo provare a far sentire la nostra opinione, sia come professioniste “alternative” che come donne (non userei il temine professioniste pagate per fare ciò, perchè vi assicuro spesso non è la finalità principale). Magari anche partecipando a qualsiasi manifestazione pubblica, in cui ci sia l’opportunità di parlare, di inondare i siti, i blog, i profili di FB.
L’importante è esserci

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