Cronaca di un parto annunciato _ (di Dada)

20 gennaio 2014
ore 16,30

Finalmente oggi sono riuscita a trovare il tempo per mettere nero su bianco l’avventura più esaltante della mia vita, la nascita di Zoe ed il mio rinascere mamma!
Un mese fa, a quest’ora, eravamo ancora seduti a tavola. Il banchetto nuziale di Sergio e Carmela non era ancora finito, ma nel mio pancione non c’era spazio per altro cibo… e poi le sedie… 

Ma nel progettarle pensano mai che potrebbe starci seduta per ore anche una
donna a termine di gravidanza?


20 dicembre 2013
ore 16,30

La comodità era un optional… o forse era la mia schiena ad essere insofferente!
Quasi quasi vado a vedere se si è liberato un posto sul divano, davanti al caminetto.
Giro intorno alla tavolata e, mentre passo accanto alla mamma dello sposo, la sento dire con convinzione: “Tu non arrivi a domani mattina”!
Evabbè che il senso è chiaro, che si riferisce alla mia pancia… ma detta così fa un po’ impressione, e nel passare alle sue spalle non risparmio sui gesti apotropaici! Solo più tardi saprò che subito dopo ha preso anche in disparte Nicola, espressamente per dirgli di tenermi sempre d’occhio, perché io avrei partorito quella notte!!
Ipse dixit!
Ma intanto io ho trovato posto sull’agognato divanetto e cerco di rilassarmi un po’, anche se non riesco a non pensare a quella “profezia”! 

Eppure non abbiamo detto a nessuno che proprio stamattina ho perso il tappo mucoso… e cmq Rosaria ha detto che, se ci tenevo e
me la sentivo, potevo tranquillamente partecipare al matrimonio, che l’importante - come sempre - era fidarmi di ciò che il mio corpo mi diceva di fare.

Ora mi dice di dormicchiolare un po’ qui, davanti al fuoco!


29 giugno 2013
Rosaria… la prima volta che l’ho vista era fine giugno, era sì e no un mese che sapevo di essere incinta, e - una volta accettata questa imprevista novità - già sognavo di vivere la gravidanza a modo mio, e di coronarla con un parto totalmente secondo natura, tanto da essermi già scontrata con un paio di ginecologi che evidentemente non sapevano di cosa io stessi parlando!
L’occasione è stata la proiezione di un documentario sulle vicissitudini di un’ostetrica ungherese, che è stata addirittura arrestata per aver scelto di seguire il parto di donne che volevano far nascere in casa i loro bimbi… 

Certo, qui da noi la situazione non è così catastrofica… ma figurati se riuscirò mai a partorire in casa io, che sono arrivata alla veneranda età di 44 anni per decidermi a fare un figlio!!!
Primipara attempata, dicono… e alla fine ti convincono pure….
Comunque sia, il film finisce e anche durante il dibattito che segue devo più volte trattenere lacrime di commozione… sentire i racconti delle mamme che hanno partorito in casa tocca qualche corda nella parte più profonda di me! Non so se le amiche (che sono tali anche se le conosco solo virtualmente!) dell’associazione “Rinascere Al Naturale” capiranno mai quanto siano state importanti per me, e quanta riconoscenza avrò sempre per avermi dato l’occasione di ascoltare le loro esperienze, quel giorno, e di conoscere Rosaria! Mi sono avvicinata a lei alla fine dell’evento, non c’erano che pochissimi minuti a disposizione ormai, ma avevo capito che era proprio lei l’ostetrica che segue i parti in casa in Puglia e dovevo
chiederglielo: Posso partorire in casa anche io? anche se ho 44 anni?
“E perché no? Purché la tua gravidanza sia fisiologica!” Il suo viso è così schietto, aperto… sento subito che è sincera nel darmi una risposta tanto inaspettata per me, mentre detta da lei appare così scontata… anzi, c’è quasi una nota di stupore nella sua voce, come se quella domanda, che mi assillava dal primo momento, per lei non avesse senso!
Allora posso! Potrò! O almeno, per adesso, posso continuare a crederci! La certezza la avrò solo alla fine della 37a settimana…
Mi scrive i suoi recapiti e mi dice di farmi sentire dopo l’estate. 

E’ un sacco di tempo… vuol dire che approfitterò di questi due mesi per studiare un po’! In fin dei conti è sempre stato questo il mio modo di affrontare le sfide della vita, studiare per essere preparata ad ogni evenienza… e infatti, oltre a mille link da vedere in internet, ho già comprato più di una dozzina di libri che aspettano solo di essere letti: F. Leboyer, M. Odent, W. Maurer, J. Liedloff, C. Scropetta, V. Shmith, R. Lim, e ancora Odent, e ancora Odent… ma quanto scrive quest’uomo?
Ormai non c’è più dubbio, io VOGLIO partorire in casa! Più leggo, più studio e più me ne convinco… solo in casa posso avere per me, e soprattutto posso dare a mia figlia, un parto davvero naturale, e cioè in linea con tutto ciò in cui credo e con quello che da tanti anni è il mio stile di vita! E poi più penso agli ospedali e più so che DEVO restarne alla larga, non solo per le mie passate esperienze, che mi farebbero stare tutt’altro che tranquilla, ma anche perché sono sicura che, partorendo a dicembre, con mille feste e cenoni a cui andare, una scusa per sbrigarsi mandandomi in sala operatoria i ginecologi non faticherebbero a trovarla, specie con una primipara attempatissima come me! Non voglio che mia figlia nasca con un cesareo non necessario!
In poco tempo ne è convinto anche Nicola, e in modo assolutamente istintivo, senza neanche aver avuto bisogno di leggere tutto lo scibile umano sull’argomento come ho fatto io! Il suo appoggio in questa decisione, così come in tutte le altre che riguardano la nostra bambina, dall’allattamento a richiesta al cosleeping, è fondamentale per me e lui sa quanto gliene sia grata! Ogni donna dovrebbe essere supportata così dal proprio compagno, perché implica fiducia in lei e nelle sue capacità, accrescendo il suo istinto materno!


20 dicembre 2013
ore 19,00

Finalmente a casa… sono 12 ore che porto a spasso questa pancia enorme, e ora sono davvero stanca! Sergio e Mela, vi voglio bene e sono felice che Zoe mi abbia permesso di assistere al vostro matrimonio, ma non ce la posso fare a partecipare anche al festacchione notturno, sento proprio il bisogno di riposare! (E meno male che ho ascoltato e assecondato il mio corpo… o avrei rotto le acque alla festa nuziale dei nostri cari amici!)
Invece Zoe stasera sembra più sveglia che mai, e non la smette di fare tai-chi nel mio utero! Un calcio qui, una gomitata lì… e anche il singhiozzo, come ogni sera!


21 dicembre 2013
ore 01,30

In quest’ultimo mese non riesco proprio a fare più di 2-3 ore di sonno senza svegliarmi per andare in bagno. Mi alzo con le palpebre a mezz’asta, vado e torno senza neanche accendere una luce e senza notare alcunché di strano… eppure, col senno di poi, probabilmente qualcosina avrei dovuto avvertirla, visto che il travaglio si stava avviando…
Eh, cose che capitano a chi ha una soglia del dolore alta!

ore 02,30
Mi sveglio di nuovo. Ancora pipì? Ma è passata soltanto un'ora! Non esiste che mi alzo di nuovo così presto! Forse se faccio finta di niente riesco a dormire ancora un po’!!!
Ad impedirmelo arriva una contrazione, decisamente più forte di quelle preparatorie che avevo sentito negli ultimi giorni… ed il primo dubbio che io stia davvero per partorire, come preannunciato dalla mamma di Sergio, fa capolino nalla mia mente obnubilata dal sonno.
Mannò, non può essere… non posso farmi suggestionare dalla profezia! Sarà di nuovo la vescica che mi dà fastidio, forse prima non l’avevo svuotata del tutto!
In bagno però ho la netta sensazione che non stia uscendo solo urina… quell’ultimo goccio di liquido non sembrava provenire dalla vescica…
Uhm, che sia questa la famosa “rottura delle acque”??? Così poche? Mannò dai… sarà tutta suggestione!
Torno a letto, però prima metto sul materasso una traversa impermeabile, giusto per scrupolo… se fosse davvero una perdita delle acque vorrei evitare di bagnare tutto!
Mentre cerco di riaddormentarmi arriva un’altra contrazione, guardo l’orologio… sono passati poco più di 10 minuti, il che paradossalmente mi tranquillizza: Mica posso avere già le doglie così ravvicinate, sarà un caso! In fin dei conti è il mio primo parto, mica so distinguere una contrazione preparatoria da una doglia vera e propria!
Sta di fatto che non riesco più a prender sonno e non devo aspettare molto per sentir arrivare la terza contrazione, stavolta accompagnata da una perdita involontaria di liquido!
Col pigiama bagnato non posso più prendermi in giro… altro che suggestione, non so come abbia fatto, ma la mamma di Sergio aveva predetto bene!
Torno in bagno a lavarmi e cambiarmi, sotto lo sguardo allibito dei cani che non capiscono questo andirivieni (special guest Foxy, il nevrotico cane degli sposi che stranamente resta fermo e stranito anche lui). I gatti ronfano, ma mi scrutano con un solo occhio semiaperto.
Forse una camicia da notte è più indicata del pigiama? Sveglio Nicola o lo lascio dormire ancora un po’? Devo chiamare subito Rosaria o lascio dormire un altro po’ anche lei?
Tra un dubbio e l’altro mi ritrovo istintivamente, alla luce rosata e fioca della lampada di sale, a camminare su e giù per casa proprio come Leboyer & Company raccomandavano di fare. Quello che loro non potevano sapere è che Gatto Gaetano avrebbe passeggiato avanti e indietro con me, seguendomi passo passo, senza staccarsi dalla mia gamba un attimo!
Guardo la sua coda oscillare sinuosa verso l’alto, abbozzando ogni tanto una forma a punto interrogativo, e sento che non è affatto un caso: mi sta accompagnando, nel peripatetico cammino e anche nei dubbi! Comunque, non foss’altro che per distrarmi un po’ dalle contrazioni incalzanti, decido di metterlo alla prova: cambio tragitto e faccio un giro intorno al tavolo… Gaetano fa con me anche quell’inutile giro! Sembra proprio determinato a starmi vicino, ovunque io vada!
Chissà cosa sente… i cani continuano semplicemente a guardarmi come fossi impazzita, ma restano nelle loro cucce… sentono qualcosa di strano anche loro, è evidente, ma i gatti quanto ad empatia sono insuperabili! Del resto Nicola ha sempre detto che io sono un po’ gatta dentro… tanto che alla fine mi domando se non sia stato Gaetano ad iniziare a passeggiare per suggerirmi cosa fare, ed io a seguirlo!

ore 03,30
Eggià, Nicola… credo sia il momento di svegliarlo! E’ passata un’ora e le contrazioni si susseguono sempre un po’ più forti… ormai a soli 5-6 minuti di distanza l’una dall’altra. Mi fa tenerezza quando mi chiede se può restare a letto ancora qualche minuto… ma è il mio bradipo preferito, potrei mai dirgli di no?

ore 04,00
Anche se in qualche angolo recondito del mio cervello una vocina continua a ripetere che non può essere vero, che non posso essere già in pieno travaglio, decido che è il caso di mettere almeno in preallarme Rosaria. Ma quando lei mi chiede se voglio che mi raggiunga subito, le dico sinceramente di no, che sto bene e che il dolore, sebbene le doglie sianto tanto ravvicinate, è ancora sopportabile. Nella mia testa, piena sì di nozioni studiate da fonti autorevoli ma vuota di esperienza, un travaglio dura ore ed ore, anche giorni a volte…
sicuramente c’è tempo!
Il suo unico consiglio telefonico è di smettere di controllare quanti minuti d’intervallo ci sono tra le contrazioni, ed ovviamente lo seguo… mi fido ciecamente di lei! Solo giorni dopo, quando i ricordi di quel che è avvenuto da lì in poi hanno iniziato a ricomporsi come un puzzle, ho capito quanto quel consiglio sia stato determinante: contare i minuti teneva accesa la mia neocorteccia (come direbbe Odent) e appena ho smesso di farlo il mio cervello più arcaico, quello che rende il parto un fatto naturale ed istintivo, ha avuto via libera e ha preso con forza il timone degli eventi… l’ultimo ricordo lucido che ho è di aver pensato: Ora basta guardare l’orologio, ora devo soltanto lasciarmi andare… e poi sono
partita per il viaggio che mi avrebbe portato ad incontrare la mia bambina!
In men che non si dica le contrazioni sono diventate fortissime, non riuscivo più a
camminare, stare sul divano mi risultava scomodissimo e ci ho rinunciato dopo pochi minuti… stendermi sul letto non mi attirava neanche un po’, sebbene Nico lo avesse diligentemente preparato con un telo impermeabile sotto al lenzuolo, dopo aver acceso luci soffuse anche in camera da letto (candele, incenso e mirra, invece, erano pronti da giorni ma il travaglio è stato così veloce che non sono mai stati accesi).
Intanto vado in bagno, che nella pancia mi si smuove di tutto…
Oh, però… qui riesco anche a sopportare meglio le doglie…
E così ho finito col travagliare tutto il tempo seduta lì, finché non è arrivata Rosaria!
E’ stato uno degli aspetti più belli del partorire in casa, poter scegliere liberamente dove e come stare in ogni momento, senza dovermi preoccupare di nulla! Neanche di aver sradicato la tavoletta a furia di aggrapparmici con tutta la forza che avevo, per sopportare il dolore e per assecondare i movimenti di Zoe, che sentivo farsi strada nel mio bacino.
So che Nicola ha richiamato Rosaria una mezz’ora dopo, per dirle che la situazione evolveva in fretta e di venire subito… ma la percezione di quello che avveniva intorno a me era sempre più sfumata. A malapena ricordo di aver chiesto a Nico di aiutarmi col respiro, perché il dolore era così forte che non riuscivo più a rilassarmi tra una contrazione e l’altra, ma sapevo di doverlo fare, per non farmi travolgere, per non perdere il controllo del mio corpo in quella bufera! E lui è stato bravissimo, credo mi tenesse anche per mano, ma i ricordi sono ancora confusi, o meglio… strani! E’ come se le immagini che i miei occhi
registravano in quei momenti provenissero da un’altra me, come se la Dada che sono abituata ad essere fosse altrove! Lì vicino, ma altrove… comunque abbastanza vicina da far giungere all’altra me, quella in travaglio, dei pensieri ben precisi, unici fari di lucità in un mare di emozione e dolore:
“Non urlare, canta! Canta forte!”
- Aaaaaaaaaaaaa
“Sì, la A è proprio la tua vocale, vai così!”
- Aaaaaaaaaaaaaaaaa
“Apri la gola!! Ricordati dei chakra: senti come si apre il canale del parto se apri la gola?”
- AAAAAAAAAAAA, sì che lo sento!
“Muovi il bacino insieme a Zoe! “
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAA, Zoe bambina mia, è dura ma ce la faremo! Non aver paura, la tua mamma è qui con te!
E anche il papà… che continua ad essere lì, a darmi forza e incoraggiarmi, a tenermi le mani, a ricordarmi di respirare!

ore 5,30
Non avevo alcuna percezione del tempo, non sapevo da quanto tempo ero sconquassata da quelle ondate di dolore, che partivano dal basso e tiravano con forza l’utero verso l’alto, come se fosse un albero piantato al centro del mio bacino e una forza immane stesse cercando di sradicarlo, tirandolo verso il diaframma.
Sapevo solo che Zoe cambiava posizione ogni tanto, ed io con lei. Ora premeva dietro, ora ruotava a sinistra, ora a destra… in ogni caso faceva male, molto male!
Poi all’improvviso le contrazioni sono cambiate, non sentivo più tirare l’utero verso l’alto, ma piuttosto una morsa che lo strizzava verso il basso. Ma faceva male lo stesso, se possibile ancora più di prima!
Zoe, piccola mia, sei tu… ti sento… cosa devo fare? Come ti posso accompagnare? Stai tranquilla, la tua mamma è sempre qui e non vede l’ora di abbracciarti!
Ad un certo punto è apparsa Rosaria e ricordo in particolare il suo viso, quei suoi occhi che fin dal primo momento mi avevano trasmesso fiducia… in me, in lei, in tutto! Era qui, ce la potevo fare!
“Dada respira! Fiuuuuu…. fiuuuuu….”
- Sì, io respiro, ma fa male!
“E rilassati tra una contrazione e l’altra!”
- Ah sì, è vero…  (grazie di avermelo ricordato… stavo annaspando nel dolore!)
“Andiamo di là sul letto? Posso visitarti?” (quanta delicatezza in questa domanda…)
- Sì, ma non so se ce la faccio a camminare fin lì…
“Proviamo!”
Ho camminato a stento, a gambe divaricate, perché sentivo la testa di Zoe nel bacino. Ero sorretta da non so nemmeno chi… Nicola? Rosaria? o forse Marialuisa, la giovane e dolce ostetrica che è venuta con lei…
So solo che nel momento in cui mi hanno fatta stendere supina sul letto mi sono sentita malissimo, un peso soffocante m’impediva di muovermi, mi mancava l’aria! Che sensazione orribile!!!
Ma come si fa a partorire in questa posizione??? Voglio scendere!!!!
Sentivo Rosaria che mi diceva di aspettare un attimo… che la dilatazione era completa e vedeva già i capelli di Zoe, ma voleva auscultarne il battito anche durante la prossima contrazione… ma io riuscivo solo a pensare che volevo alzarmi dal letto!
Per fortuna la contrazione non si è fatta attendere, ed il battito di Zoe si sentiva forte e chiaro anche in quel marasma! Andava tutto bene, e avevo proprio bisogno di sentirmelo dire! Era tutto pronto per la fine del nostro viaggio!

ore 06,30
Non so come - questo ricordo è ancora avvolto nella nebbia - mi sono ritrovata
accovacciata accanto al letto, col bacino a pochi centimetri dal pavimento, e con un bisogno impellente di spingere con tutte le mie ultime forze… Nicola era lì di fronte a me, credo… mi stringeva le mani…
Aiutami, non ce la faccio più… fa troppo male! brucia! sono stanca!
Neanche il tempo di dirlo e con la spinta successiva - fortissima - ho sentito distintamente la testa di Zoe che usciva e Nico che urlava: “Zoe sta nascendo!”
E infatti con un’altra contrazione anche le sue spalle hanno oltrepassato il mio perineo, seguite dal resto del suo corpo scivoloso…
E’ nata! Amore mio, ce l’abbiamo fatta!
Mi sono sdraiata sul letto (ora sì che volevo e potevo stare supina) e subito mi hanno messo Zoe sulla pancia! L’emozione di vederla lì, piccola, cucciola, mia figlia!… no, non esistono parole che possano esprimerla! Un’emozione così pura puoi solo viverla!
Mentre Rosaria controllava tutto e Marialuisa scattava le nostre prime foto, Zoe si
arrampicava su di me puntando dritta al seno e Nicola mi abbracciava, forse piangeva, forse anch’io, non lo so davvero! E’ un ricordo meravigliosamente confuso nell’aura di mille sentimenti (e di uno stupefacente cocktail di ormoni!)
La placenta è nata appena un quarto d’ora dopo, ed è rimasta unita a Zoe per un paio d’ore, a trasfonderle sangue ed energie, poi il papà ha reciso il cordone ombelicale e l’ha messa via, in attesa di seppellirla con calma in giardino, lì dove pianteremo un albero per Zoe!
Zoè in greco significa Vita, e l’albero della vita ora ha un nuovo, bellissimo fiore! 


Dada



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