lunedì 16 maggio 2022

Lettera aperta: richiesti i protocolli ospedalieri, per una nascita rispettata anche in Puglia

A oltre due anni dall'inizio dell'emergenza sanitaria molto è cambiato, sia per quanto riguarda la situazione epidemiologica, sia per quello che concerne la vita sociale, le misure di prevenzione e la normativa in merito. 

Ma, se oggi si può andare al ristorante o a ballare senza particolari limiti, qual è la situazione negli ospedali e, in particolare, nei reparti di Ostetricia e Neonatologia?

Le strutture che potremmo definire più virtuose hanno da subito, sin dai primissimi mesi di emergenza, recepito le raccomandazioni nazionali ed internazionali, garantendo alle gestanti un'esperienza di parto positiva attraverso il rispetto dei diritti ad avere un accompagnatore (il papà o altra persona a scelta), ad un contatto precoce e duraturo con il neonato (che quindi non viene separato, a meno di condizioni di salute sfavorevoli), ad un buon avvio dell'allattamento subito dopo il parto. Questo è avvenuto persino in regioni e in province maggiormente colpite dall'emergenza nei primi tempi, che quindi hanno dimostrato un'ottima capacità di risposta per la risoluzione dei problemi.

Al contrario in altre regioni -principalmente del sud- come la Puglia, persistono ancora restrizioni incomprensibili. Di questo divario e di questa emergenza nell'emergenza la nostra Associazione si è occupata abbondantemente nei mesi passati, com'è possibile leggere in questo report e nell'aggiornamento di gennaio 2022.

Tuttora Rinascere al Naturale riceve testimonianze di partorienti a cui viene di fatto impedito di avere un accompagnatore, o viene loro permesso solo nell'ultima fase del parto, per un tempo limitato, oppure che si vedono allontanare il neonato, per molte ore, se non addirittura giorni, nonostante le condizioni di salute siano buone e dunque non giustifichino questo abuso.

Pertanto, come Associazione che opera in rappresentanza delle madri utenti del Servizio Sanitario, abbiamo inviato, a mezzo di posta certificata, la mail che oggi pubblichiamo come lettera aperta. La mail, destinata ai referenti delle varie strutture ospedaliere di Puglia, è stata inviata in copia, per conoscenza, anche al Dottor Vito Montanaro, Direttore del Dipartimento di Promozione della Salute della Regione Puglia, alla Dottoressa Antonella Caroli, responsabile del medesimo Dipartimento e che, nei mesi passati, ha mandato numerose circolari ai reparti di Ostetricia pugliesi per richiamarli al rispetto delle raccomandazioni ufficiali, e al Dottor Antonio Belpiede, attento responsabile del Comitato Percorso Nascita pugliese.

La mail, inoltrata già da alcuni giorni, sta ricevendo le prime risposte, che sarà nostra cura divulgare tramite i nostri canali di comunicazione.

Di seguito il testo della lettera:


Gentile Direttore/trice, 

con la presente vi segnaliamo che la nostra Associazione Rinascere al Naturale, che opera a sostegno dei diritti di donne e neonati, riceve da lungo tempo richieste di donne in attesa e futuri papà che cercano informazioni e rassicurazioni sui protocolli ospedalieri nelle varie province della Regione Puglia.

Numerose testimonianze arrivano anche da mamme e papà che hanno da poco avuto un figlio negli ospedali pugliesi, segnalando insoddisfazione per la loro esperienza di parto. 

Le questioni a cui maggiormente fa riferimento chi ci scrive sono:

- Il divieto della presenza del papà (o di altra persona di fiducia) durante il travaglio, parto e dopo la nascita del bambino. Oppure vincoli (esempio tampone molecolare negativo, sebbene abolito per l’accesso degli accompagnatori dalla normativa nazionale con Decreto del Consiglio dei Ministri del 21 gennaio 2022, abolizione ribadita dalla circolare del 29/01/2022 emanata dal Dipartimento di Promozione della Salute della Regione Puglia) che, di fatto, spesso impediscono la presenza dell’accompagnatore al parto;

- la separazione immediata e prolungata dal neonato, con tutte le conseguenze sulla salute di mamma e bambino che chi si occupa di nascita ben conosce.

Queste procedure venivano (vengono tuttora) giustificate dagli operatori ospedalieri in riferimento alla situazione di criticità da SARS-CoV-2, nonostante tutte le raccomandazioni - sin dai primi mesi dell’emergenza sia, soprattutto, le più recenti – così come le prassi tempestivamente applicate nelle regioni maggiormente colpite dall’emergenza, vadano in direzione contraria rispetto a ciò che testimoniano le esperienze delle donne che partoriscono in Puglia. 

Il periodo emergenziale è terminato ormai da più di un mese ma il diritto di accesso alla sala parto resta ancora in molti casi vincolato, disattendendo completamente le indicazioni scientifiche. La Puglia, quindi, trova la maniera di restare in una posizione di arretratezza sul tema rispetto alle altre regioni italiane che, anche in contesti emergenziali più difficili, hanno sempre trovato il modo di garantire un diritto essenziale

Sono passati molti mesi dall’inizio dell’emergenza, mesi senz’altro utili per l’individuazione e la risoluzione delle difficoltà emerse, ma le criticità evidenziate in molte strutture pugliesi rimangono purtroppo le stesse, tanto da spingere alcune famiglie a migrare in province e regioni che offrano un’assistenza più rispettosa oppure a preferire il parto a domicilio, scelta rispettabile ma che non dovrebbe essere dettata da un bisogno di fuga dal Sistema Sanitario pubblico. Riconosciamo, dunque, la ragionevolezza che spinge i futuri genitori a scegliere di spostarsi in strutture ospedaliere che assicurano tali diritti, anche fuori regione, se necessario? Le testimonianze pugliesi, a cui la nostra associazione ha dato voce e pubblicate anche da vari media, hanno già suscitato l’interesse (e l’incredulità) di vari ricercatori e professionisti sanitari che operano in altri contesti geografici. Vogliamo continuare ad alimentare un’immagine della Puglia come regione incapace di promuovere la salute delle madri e dei neonati? O, al contrario, crediamo che sia arrivato il momento di garantire anche alle madri pugliesi diritti che sono ovvia realtà per altre madri italiane?

TUTTO CIÒ PREMESSO, LA NOSTRA ASSOCIAZIONE

In quanto ente rappresentante delle utenti e in virtù della parte attiva svolta all’interno del progetto regionale di umanizzazione della nascita, del Comitato Consultivo Misto ASL Lecce e del Comitato Percorso Nascita della provincia di Lecce

CHIEDE QUANTO SEGUE

1) Di conoscere i protocolli e le procedure assistenziali attualmente in vigore nella Vostra struttura ospedaliera, così da divulgare informazioni corrette e aggiornate alle partorienti, che potranno scegliere dove partorire in maniera consapevole prediligendo gli ospedali maggiormente in linea con le raccomandazioni scientifiche.

2) Che vengano attivati, a strettissimo giro, percorsi rispettosi della nascita e in grado di accogliere:

- il diritto delle madri di avere accanto una persona di sostegno a propria scelta durante travaglio, parto e postparto;

- il diritto dei padri di sostenere la donna fin dal travaglio attivo e di assistere alla nascita del proprio figlio;

- il diritto della diade al contatto pelle a pelle tra madre e neonato immediato e prolungato (durante le prime due ore dal parto), con taglio del cordone dopo almeno 1-3 minuti e avvio dell’allattamento entro 1 ora dalla nascita;

- il diritto della diade al rooming in;

- il diritto ad un adeguato sostegno per l’allattamento esclusivo al seno (senza ricorrere a ciucci, tettarelle e sostituti del latte materno).


Nel richiedere quanto sopra

PREMETTIAMO CHE

La sottoscritta Associazione ha già avuto interlocuzioni con il Dipartimento della Salute della Regione Puglia, trovando riscontro in numerose circolari per richiamare i dirigenti delle ASL e dei punti nascita al rispetto delle indicazioni nazionali in materia di gravidanza, parto e allattamento, e con la ASL di Lecce con una lettera scritta da un gruppo di donne in attesa con richieste analoghe. 

Pertanto riteniamo urgente e prioritario una presa in carico della questione da parte della struttura ospedaliera della presente lettera entro 7 giorni dalla ricezione della stessa. 

A tal fine, ci proponiamo di pubblicizzare la struttura presso i futuri genitori se verranno rispettate le indicazioni per le buone pratiche alla nascita.

La presente vale anche come istanza di accesso agli atti.


Certi di condividere i medesimi obiettivi di tutela e promozione della salute nell’evento nascita, confidiamo in una sollecita risposta e porgiamo cordiali saluti.

Lecce, 2 maggio 2022

La Presidente

Denise Montinaro

 




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