La nascita di Agnese con VBAC _ (di Alessia)

 Ciao sono Alessia, mamma di Isabella nata con TC, e di Agnese il mio Vbac.

Isabella, la mia primogenita, è nata con taglio cesareo, a 35+6,non so se il suo parto poteva essere un naturale, ma all'epoca c'era davvero tanto in ballo, la bimba infatti aveva una malformazione congenita e necessitava, di un intervento i primi giorni di vita,sentivo il peso di tutti quei 9 mesi addosso, gli sguardi dei medici giudicanti, lo stress subito, le visite settimanali, il dolore nel cuore per questa figlia così fragile ma così guerriera. Non avevo la forza di provare a chiedere il naturale, riguardandomi in quella situazione, mi vedo con tenerezza, e non mi giudico, mi sono perdonata.

Da subito però, inizio a informarmi, leggere libri, mi iscrivo in due gruppi Facebook che trattavano il tema, inizia a chiedere all'ostetrica del consultorio di cui mi fido, perché è grazie a lei che sono riuscita ad allattare Isabella per 20 mesi, non perdo tempo e studio linee guida Aogoi..."La prima gravidanza ve la siete presa, la seconda vi dico io come andrà" era una frase che mi ripetevo spesso..."tutti sull'attenti.!!!"

Inizio anche ad andare in palestra, stare in movimento, faccio tutto quello che possa condurmi ad una nuova gravidanza con una "nuova me", una nuova Alessia con un "Taglio della nascita" dal quale rinasco.
Non nego che i primi mesi piangevo al solo vederla, nessuno sembrava capire, mi rammaricavo tanto per quel che "avevo perso" ma decido di riprendere in mano il controllo...dico che ho "un sorriso" tatuato, il sorriso che mi ha reso madre di una bimba speciale, meravigliosa stupenda, ma con tanta determinazione mi metto in cammino, io voglio un parto diverso!!


Cosi il 31 agosto 2022 faccio il test, da lì inizia il viaggio.

La creatura che custodivo mostrava, già dalla 26a settimana un rallentamento di crescita, per via dei flussi alterati della mia arteria uterina destra, la bimba viene classificata come bimba SGA, cioè piccola per le settimane gestazionali, la mia ginecologa dal sua canto mi dice che si sarebbe consultata con il Prof. Noia di Roma, l'obiettivo era arrivare almeno a 32 settimane con un peso di 2kg.

Qualche giorno dopo arriva la terapia da prendere: mi aveva aumentato il dosaggio della cardioaspirina e si era reso necessario un vasodilatatore, in modo da aumentare al massimo la profusione di sangue, anche se questo avrebbe abbassato la mia pressione, per cui la tenevo monitorata.

Mercoledì 10 maggio, alla sera , 40+3, iniziano contrazioni che gestisco sulla palla, a casa, sono irregolari, le affronto respirando per tutta la notte, non mi fanno dormire, continuano fino alla mattina di giovedi 40+4 si diradano verso le 7:00 orario in cui solitamente sveglio Isabella per prepararla per la scuola, poi si fermano totalmente intorno alle 10:00.

Sono tranquilla, sento che qualcosa si sta preparando e rimango con animo positivo. Arriva però una perdita di sangue, secondo me nulla di preoccupante, ma spinta da mia madre e da mia sorella vado a farmi visitare in pronto soccorso.
Stavolta trovo, in PS, una dottoressa che non conosco che si "spaventa" perché la bimba è una SGA, e inizia a guardare tutte le innumerevoli eco che facevo per via dei flussi alterati, la vedo ansiogena, ma io sono tranquilla, io mi fido di me e dalla mia bimba, il tracciato va bene e il liquido anche, lei però fa capire che vorrebbe ricoverarmi perchè rispetto alla settimana prima, la bimba non è cresciuta e i flussi iniziano nuovamente a deteriorarsi.
Io mi faccio vedere determinata per il vbac, e che so bene che un'induzione precoce può anche non funzionare e poi finire in cesareo, le dico proprio che avrei preferito aspettare, magari facendo controlli più ravvicinati, fatalità ne avevo uno programmato per il giorno dopo, facendomi vedere ben informata, le dico proprio che sarebbe meglio, per produrre ossitocina naturale, restare a casa, nella mia zona di comfort dato che ho anche una bimba a casa di 2 anni e mezzo e il pensiero di non averla nemmeno salutata non mi faceva stare tranquilla.
La convinco e rimaniamo che ci saremmo viste l'indomani.

Il pomeriggio con mio marito, su consiglio della mia cara amica ostetrica Rachele, andiamo alle terme, io mi muovo e nuoto nelle vasche di acqua calda, riprendono le contrazioni, sono felice, sono contenta, le accolgo...la mia bimba si fa sempre più vicina.

Torniamo a casa, ceniamo, mia mamma mette a letto la Isabella, le contrazioni continuano, a letto non riesco a stare, mi metto nuovamente sulla palla, si fanno più intense,ho una nuova perdita...mi spavento e allora avviso Daniele per andare in pronto soccorso.
Mi visitano, collo appianato e pervio al dito, dentro di me esulto(evvai!), accolgo il ricovero perché l'intensità del dolore è molta e non sono tranquilla a casa. Le onde continuano per tutta la notte, anche questa notte non dormo, poi per le 10:00 di venerdì mattina si ferma tutto nuovamente. Collo sempre pervio al dito...siamo fermi...
Mi sento angosciata e stanca, sono due notti che non chiudo occhio, vorrei dormire ma sono irrequieta, non riesco, penso ma sono giù di morale... recito un Rosario...

Nel tardo pomeriggio si presenta a me l'ostetrica di turno, ricordo che mi guardò con uno sguardo profondo, mi disse che capiva il mio stato d'animo, mi avverte che mi avrebbe messo in una stanza da sola, per avere un certa intimità, mi invita a stare tranquilla, mi fa piangere...
Le Onde riprendono, sono a e 40+5, faccio una doccia per gestire il dolore, sto nella palla respiro, aspetto che arrivi mio marito.

Ceno tra una contrazione e l'altra ma i dolori si fanno più intensi e regolari, inizio a vocalizzare...sono stanca.

Alla mezzanotte chiedo la doccia nuovamente e l'ostetrica mi fa rimanere un'ora, stavolta con Daniele accanto, i dolori sono più ravvicinati ogni 4 minuti, il calore mi aiuta, vocalizzo e respiro...
Mi visita e sono di 2 cm... Dentro me esulto di gioia, sta andando tutto bene anche se sono molto stanca, chiedo a mio marito di aiutarmi a concentrarmi a respirare, che mi tenga un ritmo, ma le contrazioni sono talmente forti, ogni 2 minuti, inizio a gridare.
Mi attaccano il tracciato, il battito di Agnese inizia però a essere non rassicurante, l'ostetrica Giulia, mi dice di rimanere tranquilla e mi avverte che avremmo fatto un po di idratazione, mi chiede se avessi bevuto poco durante la giornata, rispondo di si, , e in effetti poi, dopo questa flebo, il battito riprende ad andare bene.
Passano 10 minuti non c'è la faccio, chiedo aiuto, chiamo l'ostetrica dicendo che sento il bisogno di spingere, mi visita e in questa oretta sono arrivata a 8 cm, voliamo in sala parto, tremo, ho dolori lancinanti, ho paura di non farcela, iniziano le spinte.

La bimba ha il sacco integro, mi chiede come volessi procedere, mi avvisa che sarà meno doloroso ma un po' più lungo, decido di continuare senza rompere il sacco, non intervenire, se tutto va bene!! Come natura vuole.
Spingo a carponi ,mi incoraggiano, si vede la testa, sono stremata temo di non farcela...avanti così 2 orette, poi mi fanno mettere semireclinata e in poche spinte esce la testa, il sacco si rompe, una sensazione di calore e qualcosa che è sgusciato via, aaaaaah che goduria! poi un'altra spinta, esce il corpo, piange e subito me la porgono sul petto ...mi sono un po' lacerata mi danno dei punti, scoppio in un pianto liberatorio e rimango incredula "ce l'ho fatta davvero???"

Nasce così Agnese sabato 13 maggio alle 4:15 a 40+6, giorno della Madonna di Fatima.


Il travaglio in sé è stato veloce e rispettato, sono però arrivata stanca dei tre giorni di prodromi che mi hanno sfiancato, sono immensamente felice e ancora incredula.

Penso che abbia fatto tantissimo la mia determinazione, il mio aver studiato, spulciato le linee guida, letto libri, ed anche aver chiesto ai diversi ospedali i loro protocolli, aver costruito il MIO piano del parto ed anche aver detto i giusti no ai medici.
In cuor mio avevo la certezza di aver scelto l'Ospedale migliore, che più mi aveva accolta, se sarebbe stato Cesareo sapevo che sarebbe stato un cesareo necessario ma che avrebbe comunque garantito una nascita rispettata... il possibile l'avevo fatto egregiamente e ne andavo fiera...l'imprevisto non potevo prevederlo avrei lasciato al Signore di fare la sua parte.

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