Il mio cesareo e il mio VBAC _ (di Laura)

La nascita della mia prima bimba: il mio cesareo

Mi chiamo Laura, abito a San Donà di Piave in provincia di Venezia, sono sposata da 4 anni con Enrico e abbiamo una splendida bimba di 21 mesi, Celeste, che allatto ancora. Purtroppo il parto non è andato come mi aspettavo : la mattina mi si rompe il sacco(parte alta) ma non ho dolori ne' contrazioni. all'ospedale mi fanno scollamento delle membrane a tradimento, chiamandolo ''un massaggino che aiuta ad avviare il travaglio ''.. Non parte, nel pomeriggio mettono una '' cosa che aiuta che fanno a tutte'' dicono (fettuccia, prostaglandine, tutte cose che ho scoperto dopo) e finalmente (per loro) partono le contrazioni fortissime, da urlare.. Perdo un sacco di sangue, urlo e chiedo di usare la vasca visto che era disponibile (ed era questo il motivo per cui avevo scelto quell'ospedale, la vasca! ), ma mi dicono che a 2/3cm di dilatazione è controproducente. Sono in balia degli eventi, messa stesa a pancia in su per tutto il tempo attaccata al monitoraggio, in SALA MONITORAGGIO, quindi con altre ragazze e signore che fanno i loro controlli... mentre io non riesco a trattenere le urla di dolore (come mi vergognavo). A mio marito non era permesso stare con me perché, appunto, c'erano altre signore che facevano visite e monitoraggi. Ero stesa lì, mi dicevano di stare ferma sennò si staccava il monitoraggio, ma i dolori erano troppo forti, il mio battito cardiaco accelerava è con esso quello della mia bimba. Erano da poco passate le 21 quando entra di turno un'altra ginecologa che decide subito per il cesareo, visto che i battiti della bimba erano arrivati a 180/190 al minuto e io ero a 6 cm. Chiedo l'epidurale x calmarmi ma mi rispondono che non c'è più tempo. E così nasce Celeste. Vi risparmio il post cesareo, dolorosissimo e soprattutto uno schifo dal punto di vista dell'assistenza. Ho passato quei 3 giorni nella disperazione.


Ora sono a 15 settimane della mia seconda gravidanza, decisa a tentare un vbac. Ovviamente non tornerò in quell'ospedale, mi sposterò a Castelfranco Veneto, che dicono sia il n. 1 in Italia per vbac. Mi sto facendo seguire da un'ostetrica che conosce la struttura e sto leggendo ''partorire dopo un cesareo '' di Verena Schmid.. E devo dire che più vado avanti nella lettura, più mi vien voglia di tentare un hbac.
Grazie di avermi accettata nel gruppo



La nascita della mia seconda bimba: il mio vbac

22 marzo 2019 (stesso giorno di nascita di mio nonno, secondo me non a caso)
Dopo il taglio cesareo d'urgenza avvenuto a dicembre 2016 mi sono subito informata sulla possibilità di avere, un giorno, un parto naturale. Con quel taglio cesareo inecessario a metà travaglio mi avevano portato via una parte di me, provavo rabbia e sfiducia verso tutti i medici.
Nel maggio 2017 mi iscrivo al gruppo fb Innecesareo e lì conosco altre mamme che mi iscrivono a loro volta ai gruppi ''noi vogliamo un vbac!!! '', "VBAC... partorire naturalmente dopo un cesareo! " e "Rinascere al naturale Gruppo". 
Inizia il mio cammino di informazione e consapevolezza. Leggo tante testimonianze, capisco che il parto deve partire dalla testa se lo desideri, in questo mondo medicalizzato, che è qualcosa di naturale e innocuo e non ha bisogno di interventi inutili il più delle volte.
Vengo a sapere così che l'ospedale di Castelfranco Veneto è il più famoso per i vbac e scrivo a un'ostetrica che vi lavora  che mi conferma la loro filosofia. Conosco Cuna Spazio Ostetrico, di Castello di Godego, vicino quindi a Castelfranco e decido di iniziare l'armonizzazione della cicatrice con la mia grandissima ostetrica Chiara Stefani.
Mi reco a un incontro di innecesareo durante il quale compro il libro di Verena Schmid, "partorire dopo un cesareo", e il mio braccialetto portafortuna.
Più leggo il libro più mi sale la rabbia per quello che mi è stato fatto, e insieme la consapevolezza di voler RIPRENDERMI IL PARTO, un giorno, come le mamme del libro che hanno lasciato la loro testimonianza. Un libro che consiglio a tutte le cesarizzate.
A luglio 2018 scopro con gioia di essere incinta e contatto Chiara Stefani del centro ostetrico Cuna, con la quale intraprendiamo un percorso meraviglioso nel rispetto della fisiologia. Io intanto, per dire di averle tentate tutte, faccio un corso di training autogeno (non si sa mai possa servire nel parto) e mi faccio seguire da un osteopata come consigliatomi da voi, nelle vostre testimonianze, e dalla mia ostetrica. 
A novembre visito l'ospedale di Castelfranco Veneto e mi piace da subito per la sua filosofia, anche se trattandosi di ospedale, mi incute sempre un po' di timore. 
Verso la fine della gravidanza gli incontri con Chiara si intensificano, mi consiglia esercizi e massaggi del perineo, e stendo un piano del parto assieme a mio marito, la mia vera forza, che in tutto questo tempo mai si è stancato di portarmi avanti e indietro per le visite a Castello di Godego a Cuna, prima, e all'ospedale di Castelfranco per i monitoraggi, poi. Comincio a leggere dei libri che motivano, in due mesi ne leggo tre, cosa non facile con una bimba di 2 anni a casa. In particolar modo fisso nella mente i consigli e le immagini mentali che trovo in "la gioia del parto " di Ina May Gaskin e in "venire al mondo e dare alla luce " di Verena Schmid. Oltre al corso preparto in piscina mi iscrivo a un corso per esercizi del perineo per mamme in dolce attesa. 
Si avvicina la data presunta, inizio ad avere paura. Durante le visite a Castelfranco i medici e le ostetriche (gentilissime e disponibilissime sempre) non mi sembrano più quelli di cui leggevo precedentemente nei vari post, mi dicono che la percentuale di riuscita vbac è solo del 50%, che se arrivo a 41+5 faccio direttamente un cesareo... vorrei partorire a casa, per la paura degli interventi medici, ma a una precesarizzata non viene concesso. 

È la mattina del 22 marzo 2019, Celeste, la mia bimba di 2 anni, mi sveglia con un bacino, mi alzo e chiamo mia mamma per chiederle se la può tenere dato che sono 3 notti che non dormo (il giorno prima avevo la febbre a 38 ). Mentre sono al telefono sento una perdita e una contrazione, chiamo Chiara che in base alla descrizione mi dice essere il tappo mucoso. Durante il giorno ancora perdite, sempre diverse, e contrazioni sempre più dolorose, io sono calmissima, mi faccio riportare la bimba per cercare di riposare insieme a lei, mentre lei si addormenta subito, io non ci riesco e mi chiedo come farò a sostenere un travaglio senza aver dormito per 3 giorni e con la febbre del giorno prima. Un'altra perdita più liquida, Chiara decide di venire a visitarmi, arriverà verso le 17.30. Nel frattempo rientra mio marito dal lavoro, e mi si rompe chiaramente il sacco, 10 minuti prima dell'arrivo di Chiara. Quando arriva Chiara mi dice che sono a 1 cm, e durante la visita si rompe definitivamente il sacco, esce liquido a fiumi, dobbiamo andare all'ospedale. 
Mia mamma viene a prendere Celeste, che inizia a piangere, io sono piegata in due dai dolori, la saluto con le lacrime da parte di entrambe e iniziamo il nostro viaggio verso l'ospedale di Castelfranco Veneto, che dista 1 ora e un quarto, ma a quell'ora c'è tantissimo traffico. Sono le 18.30, io ho contrazioni vicinissime, inizio a gridare in auto, il viaggio dura più di 1 ora e un quarto, mio marito mi invita a concentrarmi sul tramonto che quella sera era favoloso, io sto malissimo. 
Arriviamo quasi alle 20, non riesco a reggermi in piedi, mentre mio marito parcheggia, Chiara mi sostiene lungo il lungo corridoio del pronto soccorso di Castelfranco Veneto. Ogni due passi una contrazione, penso di morire, si fermano i passanti a offrire il loro aiuto perché piango e grido.. Sono convinta che non riuscirò ad arrivare alla sala parto.. Morirò prima e lascerò mia figlia orfana, sono presa dallo sconforto. Arriviamo in sala parto, è una notte impegnativa per loro, c'è la super luna, è rimasta libera solo la stanza blu. Mi visita l'ostetrica Marta, sono a 5 cm, sento che dicono che questo parto va veloce. Vado sul lettino, non trovo pace, mi mettono il monitoraggio, fastidiosissimo, io attendo di morire da un momento all'altro, il dolore è atroce e non ho quasi pausa tra una contrazione e l'altra. Mio marito mi coccola e mi massaggia la schiena, come gli ha insegnato Chiara. Chiara mi dice come respirare e mi esortano a bere un po' di the. Entra un medico, panico, se ne va subito. Sento Marta, l'ostetrica dell'ospedale, dire che le acque sono leggermente tinte, per fortuna Chiara mi rassicura dicendomi che è normale, lei non le considera tinte e sta tutto andando per il meglio. Sento di voler spingere ma Marta mi dice di non farlo perché mi lacererei. 
Dopo poco non riesco a trattenere le spinte, allora mi rivisitano e sono completa. Mi metto a carponi sul letto e con tutta la forza che ho comincio a spingere, mentre stringo forte mio marito, con la forza delle mie grida in pochissime spinte nasce Angelica alle 21.12, la mia bimba, il mio parto, la mia rinascita, e rinasce la fiducia in me stessa e in questa creatura che ce l'ha messa tutta per far tutto in fretta e perché io non subissi interventi medici. 3,868 kg x 52,5 cm (io sono alta 1,61 e il mio peso di partenza è 48 kg). 
Nata lo stesso giorno del mio caro nonno, che non c'è più.
Sono ancora incredula, 2 anni di informazione, consapevolezza, letture, incontri, esercizi, e autoconvinzione, e ce l'ho fatta. 
Non so come sarebbe andata senza uno di questi tasselli, senza il supporto di mio marito, che è stato ed è un papà e un marito esemplare e meraviglioso, senza Chiara e i suoi preziosi consigli, senza il lungo viaggio verso l'ospedale.. Non lo so.. ma ce l'ho fatta.. E ora che lo scrivo sto piangendo..
Grazie a Dio, grazie ai gruppi come questo, al mio adorabile e paziente marito Enrico, a Chiara, e ad Angelica che ha fatto tutto il resto. E grazie a Celeste, la mia prima bimba, perché con quello che è stato tolto a lei,  ha donato maggior consapevolezza alla sua mamma e una nascita migliore a sua sorella.





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