Sabato
2 febbraio 2019 si è svolta a Taranto, presso l’auditorium
dell’ospedale SS Annunziata, una giornata di studio per analizzare i
risultati di una ricerca effettuata dall’Ordine delle Ostetriche di
Taranto, circa il percorso nascita nella provincia di Taranto (i dati
sono stati raccolti attraverso questionari forniti alle mamme utenti dei
4 punti nascita tarantini: clinica Bernardini, ospedale SS Annunziata,
ospedale di Castellaneta e ospedale di Martina Franca).
Subito
dopo si è aperta una tavola rotonda per discutere sui dati e sulle
prospettive future del percorso nascita in provincia di Taranto.
Noi di Rinascere al Naturale eravamo presenti a rappresentare le madri,
le utenti del percorso nascita e a chiedere di poter prendere parte
attivamente ai processi decisionali, come raccomandato
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e da numerosi documenti
nazionali e internazionali.
Ci rendiamo conto che la strada è
lunga e c’è tanto lavoro da fare verso quel rispetto della nascita
riconosciuto come approccio più salutare per madre e neonato che da anni
promuoviamo.
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Serve riconoscere veramente che la protagonista dell'evento è la madre
insieme a suo figlio e che, rafforzando le loro competenze, la nascita
può essere vissuta come soddisfacente in tutti i sensi.
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Abbiamo potuto sentire ancora una volta la forte paura delle
complicanze e come l'assistenza sia permeata dalla cultura del rischio.
Vogliamo invitare a riflettere sul fatto che molte complicanze sono
conseguenze di interventismi, spesso attuati per routine o per
accelerare, laddove la semplice attesa e l’assecondare il movimento
libero della donna potrebbero proteggere dai rischi degli interventi.
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Predominante ancora la presenza medica nella sala parto e nel
post-partum, a discapito della fisiologia della nascita, alla quale
basterebbe l’ostetrica come figura competente. Attualmente, infatti, la
figura dell'ostetrica non ha l'autonomia e l'importanza che dovrebbe
avere, come suggerito dalle Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità.
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Registriamo con rammarico come il primo bonding tra madre e neonato,
importantissimo nelle prime ore dopo il parto, non trovi spazio in
contesti medicalizzanti che vedono, in ogni neonato sano, un potenziale
neonato a rischio.
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Pochissimo si è parlato di come sostenere meglio l'allattamento, di
quali possano essere le strategie di miglioramento per il futuro.
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Altra tematica fondamentale, il parto dopo cesareo sembra restare un
obiettivo quasi impossibile da raggiungere, nonostante raccomandazioni e
Linee Guida suggeriscano che ripetuti cesarei siano più pericolosi per
le donne, e che debba sempre essere offerto di partorire naturalmente
dopo uno e anche due cesarei.
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Nonostante molto ci sia ancora da fare, prendere coscienza dello stato
attuale, analizzare i dati ed organizzare giornate di discussione,
informazione e condivisione come quella di sabato, è un inizio che ci dà
speranza.
Ci auguriamo che questo sia il primo passo per affrontare
un cambiamento necessario e richiesto a gran voce dalle mamme e dalle
famiglie. Questo cambiamento sarà possibile solo lasciando spazio al
confronto costruttivo tra tutte le parti interessate, che dovranno avere
come obiettivo comune la tutela della salute, intesa non più come mera
assenza di malattie, ma come l’equilibrio di tutte le sfere del
benessere: fisico, psicologico e sociale.
Vogliamo ringraziare
l'Ordine delle Ostetriche di Taranto, nella persona di Anna Maria
Epifani, per il lavoro svolto e per l’invito rivoltoci.
Ringraziamo anche il dottor Michele Grandolfo per l'aiuto che offre,
tramite le indagini da lui curate, nel compiere passi significativi
verso il miglioramento nel percorso nascita tanto necessario.
Ringraziamo le mamme e i piccoli, che raccogliendo il nostro invito,
hanno partecipato a questa giornata, testimoni del fatto che è urgente
il coinvolgimento di queste ultime nella ridefinizione del percorso
nascita e che non è più tempo di stare a guardare.
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