lunedì 30 marzo 2015

Le famiglie hanno diritto ad informazioni corrette e ad ostetriche pulite

In questi giorni si è scatenata una polemica tra coloro che hanno a cuore il sostegno all'allattamento materno e il rispetto dell'arte ostetrica, a seguito della messa in onda di un programma su Real Time dedicato alle ostetriche e sponsorizzato dall'azienda Chicco.

KG_02_mammeLe proteste, con le quali siamo totalmente in accordo, nascono da più fattori:
il programma ha veicolato, servendosi dell'autorevolezza che una professionista da, informazioni scorrette, non supportate da alcuna evidenza scientifica, che ignorano totalmente i benefici di una cura del neonato improntata all'alto contatto e a tutto vantaggio
-ovviamente- della promozione di oggetti come ciucci e tettarelle, che va in direzione del tutto contraria alla promozione dell'allattamento al seno e della salute del neonato;
l'approccio prevalente dell'ostetrica rispetto alle famiglie assistite nel programma, piuttosto che favorire l'empowerment dei neogenitori, come una brava ostetrica dovrebbe fare, consisteva spesso nel sostituirsi a loro nella cura del neonato, nel giudicare, nell'imporre comportamenti;
il programma, l'azienda Chicco e -cosa ancor più grave- le tre ostetriche, promuovendo l'uso di ciucci e tettarelle, violano il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno dell'OMS/Unicef;
le ostetriche, partecipando al programma e facendosi promotrici del marchio Chicco, violano persino il Codice deontologico della loro professione.

Ci teniamo a precisare che la polemica non ha nulla a che vedere con la scelta personale della singola famiglia dell'uso del ciuccio o dell'alimentazione artificiale per il proprio neonato, e questo perchè alcuni genitori considerano "esagerata" la polemica, difendendo l'uso di tettarelle e sentendosi forse a propria volta sotto accusa: il sigolo è libero di fare le proprie scelte ma gli operatori della salute hanno il dovere di dare informazioni corrette, basate su evidenze scientifiche e di rispettare le norme.

La messa in onda era stata già preceduta da polemiche scaturite dal lancio pubblicitario della trasmissione, e Rinascere al Naturale si era unita al coro delle associazioni che operano a sostegno dell'allattamento materno in una lettera aperta alla FNCO che riportiamo di seguito.
Riportiamo anche la lettera aperta dell'ostetrica Valentina Bonomi, in seguito alla quale la FNCO ha preso posizione nei confronti del programma.
Ora che la prima puntata è andata in onda rivelandoci che il nostro allarme non era affatto ingiustificato, attendiamo riscontri concreti e nel frattempo ci uniamo all'iniziativa #OSTETRICHEPULITE lanciata dall'associazione di ostetriche Nascere in casa.

Lettera aperta alla fnco dai gruppi di mamme

Gent.ma dott.ssa Maria Vicario
Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche
Riceve questo scritto da parte di un coordinamento di gruppi di mamme che sostengono altre mamme nell’allattamento e nella maternità.
Desideriamo esprimerle il nostro disappunto a proposito del prossimo programma dell’emittente Real Time, ‘Quando nasce una mamma’, una sorta di reality, sponsorizzato da una nota ditta produttrice di ciucci e biberon, che ha per protagoniste tre ostetriche nel loro accompagnare otto donne “nel duro ed entusiasmante periodo del post partum”.
Nella pubblicità del reality, le immagini che accompagnano la descrizione delle professioniste le propongono serenamente ritratte con un bel biberon accostato ad uno smagliante sorriso.
Come donne e mamme alla pari, che si dedicano ad aiutare altre donne, non possiamo non provare una triste sensazione di tradimento ed abbandono.
Non è forse l’ostetrica quella figura che dovrebbe accudire ed accompagnare amorevolmente una donna durante il periodo più bello e stravolgente della sua vita?
Non dovrebbe, forse, essere quella delicata ma costante presenza che protegge ed accudisce la diade mamma-bambino e che trasmette alle donne l’antico sapere e l’ancestrale consapevolezza delle donne?
Non dovrebbe essere prima professionista, tra tutte, a proteggere e promuovere il più intimo contatto di amore e nutrizione quale è l’allattamento? E infatti molte di noi conoscono ostetriche così, “angeli custodi” del periodo perinatale, preziose alleate di noi mamme.
Abbiamo appreso con gioia e senza stupore l’inserimento nel vostro codice deontologico del rispetto del Codice sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, e ora saremmo molto deluse nel non vedere una presa di posizione chiara nei confronti di questa trasmissione e delle sue protagoniste.
Noi donne vi vogliamo fortemente al nostro fianco purché competenti, libere e non offuscate dal marketing.
Roberta Brucoli ed Erika Antoniazzi per il coordinamento gruppi mamme a sostegno dell’allattamento

Lettera aperta di un'ostetrica 

 Alla presidente FNCO Maria Vicario e al direttivo tutto,

Sono Valentina, un’ostetrica libera professionista impegnata nel lavoro sul territorio accanto alle mamme.
Lo scorso venerdì mentre guardavo la home page di un social network a cui sono iscritta qualcosa attira la mia attenzione
 3 donne si abbracciano e sorridono in una foto per pubblicizzare un nuovo programma TV, sono ostetriche anche loro!
Il programma si chiamerà “ostetriche, quando nasce una mamma” andrà in onda su Real Time, canale di intrattenimento prevalentemente al femminile, dal 26 marzo.
Evviva!”, penso, finalmente qualcosa si muove e le mamme sapranno più precisamente come possiamo essere loro d’aiuto…
Nelle foto si legge la biografia in breve delle tre colleghe: due ospedaliere con decennale esperienza Mimma e Paola e Sara una giovane ostetrica libera professionista; fantastico, penso, anche le libere professioniste come me finalmente avranno un’occasione per raccontarsi.

Ma basta poco purtroppo per farmi ricredere e lasciarmi nello sconcerto,
Riguardando bene le tre foto che sembrano confezionate apposta per il pubblico…
Una delle tre, Mimma, ha in mano un ciuccio Paola invece ha in mano un biberon…non capisco…sullo sfondo campeggia la scritta Chicco…
Guardo meglio apro il sito, guardo il promo…
Tutto è chiaro e sono allibita, le signore di fatto partecipano ad un programma prodotto da Chicco che le mostrerà intente ad aiutare 8 neomamme al rientro a casa dall’ospedale…
Il promo e le pubblicità sono tutte un susseguirsi di biberon e immagini stucchevoli…e il rilancio dell’ostetrica? No ok forse qui c’è in ballo solo il rilancio di Chicco…
Come se la cosa non fosse abbastanza avvilente per delle professioniste serie, parlo dell’essere parte di un programma dove viene persino riportato l’elenco dei prodotti a marchio Chicco che compaiono nelle varie scene, c’è l’aggravante:
Forse le tre colleghe infatti ignorano o non si sono rese conto di avere di fatto violato un punto del nostro codice deontologico revisionato di fresco a luglio del 2014 che, precisamente al punto 3.6, sancisce l’adesione al codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno e al punto 5.3 e 5.4, già approvati prima di tale data, rinforza i connotati etici professionali

3.6 L’ostetrica/o favorisce l’attaccamento precoce madre/padre e bambino, promuove l’allattamento al seno e supporta il ruolo genitoriale. L’ostetrica sostiene e diffonde la donazione volontaria del latte materno. L’ostetrica/o altresì aderisce al Codice Internazionale per la Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno, ne promuove il rispetto delle norme e si impegna a denunciarne eventuali violazioni.

5.3         L'ostetrica/o respinge qualunque tentativo di imposizione di comportamenti non conformi ai principi e ai doveri deontologici, dandone immediata notizia al Collegio professionale.

5.4         L’ostetrica evita ogni conflitto di interesse economico e non, che si può manifestare nei rapporti individuali, nella prescrizione, nei rapporti con enti, organizzazioni, istituzioni ed industrie.

Il codice per la commercializzazione dei sostituti del latte materno è stato promosso da OMS e UNICEF nel 1981 per proteggere madre e bambino in tutela all’allattamento al seno, regolamenta il marketing di latti in formula, alimenti per la prima infanzia e sostituti per l’alimentazione del lattante come ciucci e biberon (http://www.ibfanitalia.org/cosa-e-il-codice/ ). E pertanto di estremo interesse per la professione visto che l’ostetrica è l’operatore sanitario che ha tra i principali obbiettivi la tutela, la cura, e la promozione dell’allattamento al seno. Scrive a chiare lettere quale dovrebbe essere l’atteggiamento di strutture e operatori sanitari al punto 6 e 7:

6.5         Un’alimentazione a base di alimenti per lattanti, sia di produzione industriale che di preparazione casalinga, dovrebbe essere mostrata esclusivamente dal personale sanitario, o da altri operatori sociali; e soltanto alle madri o ai membri della famiglia che hanno necessità di ricorrervi; e l’informazione data dovrebbe includere una chiara spiegazione dei rischi di un uso improprio.

7.3         Nessun incentivo finanziario o materiale diretto alla promozione dei prodotti cui si applica il presente Codice dovrebbe essere offerto da produttori o distributori al personale sanitario o membri delle loro famiglie, né dovrebbero essere accettati dal personale sanitario o da membri delle loro famiglie.

7.4         Campioni di alimenti per lattanti o di altri prodotti contemplati dal presente Codice, o di attrezzature e utensili per la loro preparazione e consumo, non dovrebbero essere forniti al personale sanitario eccetto quando necessario nell’ambito di una valutazione professionale o ricerca a livello istituzionale. Il personale sanitario non dovrebbe consegnare campioni di alimenti per lattanti a donne in gravidanza, madri di lattanti e bambini o membri delle loro famiglie.

7.5         Produttori e distributori dei prodotti contemplati dal presente Codice dovrebbero dichiarare all’istituzione di appartenenza degli operatori sanitari qualsiasi contributo erogato ad un operatore o in suo favore per borse e viaggi di studio, assegni di ricerca, partecipazioni a conferenze professionali o simili iniziative. Tali dichiarazioni dovrebbero essere rese dal beneficiario.

Compreso il fatto che qui appare palese ed eclatante: gli operatori sanitari non devono accettare compensi ne farsi promotori.
Voglio persuadermi nell’assoluta buona fede delle tre colleghe che, in un momento di crisi profonda della nostra professione che da tempo cerca una strada di rilancio hanno visto in questo programma televisivo un’opportunità per noi tutte
Purtroppo però marketing ed etica professionale non vanno di pari passo e la violazione del codice deontologico è fatto grave.
Ancora più sorprendente e imbarazzante però è l’apparente silenzio della mia federazione in merito che, seppur bersagliata da email di colleghe indignate come me, ancora non risponde alle osservazioni…
Mi sarei di fatto aspettata un comunicato pubblico o almeno una risposta inoltrata per mail che rassicurasse sulla presa in carico della situazione.
Forse c’entrerà il fatto che l’inserimento del punto 3.6 del codice deontologico sia stato fatto perché “A monte vi sono state diverse spinte da parte della categoria al fine di introdurre tali modifiche.”  Come dichiarato dalla FNCO nella newsletter che ha fatto seguito alla modifica del codice deontologico…quasi a volersene chiamare fuori.
Forse gli impegni della neoeletta presidente Vicario sono rivolti ad altri apparenti bisogni che distolgono l’attenzione da queste voragini interne e risulta più importante dedicarsi alla denuncia di abusivismi piuttosto che ad un provvedimento disciplinare qual si voglia, anche solo un richiamo, nei confronti delle tre colleghe come dire non guardo la trave nel mio occhio per cercare quella nella tua…
Sarebbe un bell’inizio del mandato di Maria Vicario che si propone con lo slogan “rinascita Ostetrica”, perché almeno questa volta la rinascita parta dall’interno rinforzando i principi, i valori e l’etica di noi ostetriche e creando quell’alleanza tra ostetriche e donne che tanto si auspica basandola su principi di salute e non di marketing.

Questa lettera è stata volutamente pubblicata anche in forma di “lettera aperta” per far conoscere alle donne, alle mamme e a chiunque assiste la maternità che ci sono ostetriche che hanno fatto del codice per la commercializzazione dei sostituti del latte materno una propria linea di pensiero già da tempo e si sono dette molto felici all'entrata di questo all'interno del loro codice deontologico professionale quanto indignate nel vedere delle colleghe violare in questo modo i punti più basilari in un contesto che virtualmente raggiungerà milioni di persone.

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