Riportiamo, da un sito amico (www.mammapermamma.eu) le riflessioni di un'ostetrica che inseriscono il recente comunicato della Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche (leggi il comunicato) in un panorama più ampio.
Queste parole ci fanno riflettere a nostra volta e destano grande sconcerto e preoccupazione.
Invitiamo caldamente tutti a leggerle.
“Questa manovra dura già da tempo, quello che si vuole attaccare è
la libertà di scelta della donna, che non si affida più alla competenza
della “scienza” medica, ma sceglie, sceglie autonomamente, dove
partorire, con chi partorire e come partorire. Sono ancora una minoranza
le donne che scelgono, rispetto alle tante altre che ancora
partoriscono dove, come e quando decide il proprio ginecologo. Ma loro
(i ginecologi) sono acuti e lungimiranti, e hanno intravisto un
fenomeno, un fenomeno lentamente dilagante e hanno deciso di fermarlo,
costi quel che costi, se occorre anche infamando.
Devono fermare la
donna che pur andando in ospedale sceglie, sceglie tutto ciò che è
possibile, per lei e per il suo bambino, devono fermare la donna che
sceglie di partorire in casa, devono fermare le donne che scelgono di
partorire nelle case di maternità. Come? Non attaccando direttamente le
donne (quando mai?) ma chi le sostiene chi le aiuta, ossia le
ostetriche.
Se ci pensate bene, già lo scorso anno con tutti gli attacchi e le
falsità sulla pratica del Lotus birth, si è cominciato a a ledere questo
diritto, difatti oggi molti ospedali negano il consenso, anche quelli
che già lo facevano, poi hanno chiuso le case di maternita (vedi
Firenze) o meglio le hanno rese inoperanti, tanto che la loro chiusura
divenga la fine inevitabile. Ora il parto in casa per i pregressi
cesarei, domani il parto in casa nella primigravida, dopodomani il parto
in casa.
Sicuramente c’è un grosso interesse economico dietro a tutto ciò,
che non è direttamente proporzionale all’onorario del ginecologo, ma c’è
altro. La battaglia contro il Lotus Birth, la proposta dell’inserimento
nel codice deontologico dell’ostetrica di un suo obbligo alla
promozione della raccolta del sangue cordonale, mi fa pensare che tutto
questo movimento nasconda ben altro.
E’ la storia che si ripete, così come quando si decise (anni
’30-’60) di medicalizzare e “controllare” (abolire) le nascite a
domicilio e promuovere l’ospedalizzazione per i parti, si sono
utilizzate le ostetriche condotte, che sono andate via via a sostituire
le empiriche (le donne esperte di parto), ancora oggi si utilizzano gli
organismi istituzionali (FNCO) e no (coordinamento parto in casa) per
contrastare il parto in casa. Anche durante il ventennio fascista le
ostetriche hanno avuto un grande riconoscimento istituzionale proprio
perchè una delle finalità del regime era promuovere la natalità, loro
stesse operando negli ambulatori della maternità (ambulatori ex OMNI)
hanno elargito tanti latti artificiali (conosciamo bene le conseguenze
di questa campagna contro il latte materno durata decenni). Certo oggi
il colpo basso viene anche dal coordianamento parto in casa, dove anche
quelle ostetriche considerate dalla FNCO un po troppo “alternative”,
sostengono la non opportunità di un parto in casa nel pregresso tc.
Gli attacchi sono tanti e su tutti i fronti, possiamo provare a far
sentire la nostra opinione, sia come professioniste “alternative” che
come donne (non userei il temine professioniste pagate per fare ciò,
perchè vi assicuro spesso non è la finalità principale). Magari anche
partecipando a qualsiasi manifestazione pubblica, in cui ci sia
l’opportunità di parlare, di inondare i siti, i blog, i profili di FB.
L’importante è esserci“
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