E' passato un anno dal Convegno "La Nascita che vorremmo. Promuovere l'accoglienza per favorire la fisiologia del parto" e, in questa stessa data, 25 maggio, si chiude la Settimana Internazionale per il Parto e la Nascita Rispettata, iniziativa lanciata dall'European Network of Chilbirth Associations, a cui Rinascere al Naturale ha chiesto di partecipare. Tema della Settimana, per questo 2025 è "Prima, durante e dopo il parto - fallo a modo tuo!", motto che, in qualche modo, richiama il titolo che noi abbiamo scelto per il nostro convegno.
Cosa significa "La Nascita che vorremmo"?
Quest'espressione, così come il motto della IWRC (International Week Respected Chilbirth) 2025, rimette al centro la donna, con i suoi desideri, i suoi bisogni, i suoi tempi.
Perché è la donna la protagonista del suo parto, insieme al suo bambino, ma questo ad oggi non è più scontato. L'eccesso di medicalizzazione, la diffusione di pratiche che si discostano dalle raccomandazioni scientifiche, la fretta e le difficoltà gestionali di molti ospedali, l'espropriazione delle competenze del corpo femminile a causa di una cultura sulla nascita ancora sottilmente patriarcale, tutto questo ha portato la donna a non essere più al centro del suo parto (perlomeno non ovunque), a delegare le scelte al medico che "ha studiato e sa" oppure a subirle, quando cerca di farsi ascoltare in contesti molto medicalizzati.
Del resto, il fenomeno della violenza nel parto e alla nascita, conosciuto come violenza ostetrica, (anche se l'espressione è controversa in Italia) è di recente tornato al centro del dibattito grazie ad una ricerca delle Università di Padova, Bologna e Milano, che evidenza come 4 donne su 10, in Italia, sono vittime di violenza durante e dopo il parto, motivo per cui molte non desiderano avere altri figli.
Tutto questo mentre la pagina FB #bastatacere Le madri hanno voce, che ha portato violentemente il fenomeno sotto i riflettori nel 2016, viene cancellata insieme a tutti i cartelli-testimonianze inviati da migliaia di donne. Ma questa è un'altra storia... Del resto i canali social sono labili, si sa, ma il vissuto delle donne resta.
Il nostro Convegno è stato dunque un tentativo di dar voce ai bisogni delle partorienti, favorendo un dialogo con gli operatori sanitari. Tra i relatori e i moderatori, infatti, erano presenti Primari di Ginecologia, Ostetriche ospedaliere e libero-professioniste, Psicologhe, Ricercatrici, Rappresentanti del Sistema Sanitario, insieme a Madri e Padri. E anche tra il pubblico, che ha mostrato molto interesse ed apprezzamento e che proveniva da tutta Italia, numerosissimi erano gli operatori sanitari, in particolare Ostetriche.Si è parlato di fisiologia, di rischio e di percezione del pericolo, di
cesarei, di VBAC (parto dopo cesareo), di non-separazione del neonato alla nascita, di parto in casa, di dati statistici, di numeri, di fatti e di emozioni.
Ad un anno dal Convegno viene spontaneo chiedersi se quest'evento, che ha suscitato tanto entusiasmo, abbia dato qualche frutto. Sicuramente è servito a seminare, mi verrebbe da dire. E, a questo proposito, mi tornano in mente le parole del Dott. Antonio Belpiede, Responsabile Scientifico del Comitato Percorso Nascita della regione Puglia e che è stato uno dei moderatori dell'evento:
"Il convegno è stato bello e interessante. Sui risultati non so … ci vuole tempo e pazienza.In realtà è già stato un grande risultato. Centinaia di donne che sanno quale nascita vogliono e che in tanti modi esprimono una resistenza alle pratiche ostetriche violente, alla medicalizzazione del parto. Donne che vogliono accoglienza e rispetto e danno voce a tutte le altre. Donne che hanno raccontato le loro storie di parto, quelle tristi e quelle belle, costruendo una geografia dei punti nascita molto più veritiera dell’auto esaltazione che leggiamo spesso sui social. Mi sono sentito felice di essere stato in mezzo a loro."
Sicuramente i grandi cambiamenti richiedono tempo.
A volte avvengono dal basso, come in questo caso, e richiedono sforzo, spesso sofferenza, come quella che trapela dai racconti di molte madri.
E richiedono fiducia e costanza, come quelle che muovono Rinascere al Naturale sin da quando, quasi 14 anni fa, ha preso vita per iniziativa di un piccolo gruppo di madri e padri che ci hanno creduto e che continuano a crederci.
Il nostro ringraziamento all'Ordine delle Ostetriche di Bari-BAT, fondamentale nell'organizzazione del Convegno, a tutti i moderatori, relatori, patrocinatori e partecipanti lo abbiamo espresso sui nostri canali social nei giorni successivi all'evento, ad ognuno singolarmente e lo rinnoviamo oggi collettivamente.
Continueremo a dar voce alle donne, ai loro bambini, alle famiglie, affinché "la nascita che vorremmo" non sia solo un augurio per ogni donna che partorisce ed ogni individuo che nasce, ma divenga consuetudine e realtà.
Presidente di Rinascere al Naturale
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