Rinascere al Naturale

mercoledì 22 gennaio 2014

Parto in casa dopo cesareo, una scelta complessa e ragionata

Tempo fa su una rivista per famiglie è uscito un bell'articolo sul VBAC, nel quale però, il parto in casa in riferimento a donne precesarizzate è stato "liquidato" con una sola, lapidaria e sommaria affermazione. Abbiamo deciso dunque di dire la nostra su un argomento ben più complesso e degno di interesse.



"Siamo un gruppo di mamme pugliesi che, dopo aver fatto la scelta personale, consapevole ed informata di partorire in casa assistite da un’ostetrica libero-professionista, in molti casi anche dopo un pregresso cesareo, hanno da poco costituito un’associazione onlus, “Rinascere al naturale”, impegnata nella diffusione della cultura del rispetto della fisiologia del parto e della nascita dolce e rispettata.
Abbiamo perciò letto con grande interesse l’articolo dal titolo “Niente Bisturi” dedicato al tema del VBAC dalla Vostra Spett.le redazione nel n. 11 di Novembre 2013della rivista "Insieme", apprezzando lo sforzo profuso per diffondere l’obiettiva informazione secondo cui partorire dopo un cesareo è non solo possibile, ma raccomandabile, come ormai affermano anche le vigenti Linee Guida dell’ISS.
Vorremmo però, nel nostro piccolo, forti della nostra esperienza diretta, contribuire al dibattito su un tema su cui a nostro avviso si potrebbe e dovrebbe discutere di più, ossia il parto in casa dopo pregresso cesareo,

argomento complesso e meritevole di approfondimento, su cui il medico intervistato. Prof.ssa Marconi, si è limitato a dire che “una donna precesarizzata è automaticamente esclusa”.
Molte di noi potrebbero raccontare il proprio vissuto, rivelando come l’esperienza di parto in casa dopo cesareo sia stata pienamente soddisfacente ed appagante, riparatrice degli incancellabili segni fisici e ancor più psicologici lasciati dal pregresso cesareo, ed anche sicura, perché affrontata nella piena consapevolezza del rapporto rischi/benefici, con l’assistenza continua e dedicata di una professionista seria e competente, nel più assoluto rispetto dei tempi e della fisiologia, felicemente conclusasi senza alcuna complicazione scaturita dal cesareo pregresso, né per noi, né per i nostri bambini.
Siamo perfettamente consapevoli che le vigenti Linee Guida raccomandano in via precauzionale che l’assistenza ai travagli di donne precesarizzate debba avvenire presso strutture sanitarie in grado di garantire, in caso di necessità, un tempestivo accesso alla sala operatoria per l’esecuzione di un cesareo d’urgenza.
Tuttavia, siamo informate come in realtà manchino studi sufficientemente attendibili e significativi a proposito della sicurezza del parto domiciliare dopo cesareo: ciò in quanto non sono mai stati messi seriamente a confronto gli esiti dei vbac ospedalieri con quelli dei parti domiciliari assistiti da ostetriche esperte, conoscitrici della fisiologia del parto e rispettose della sua naturalità.
Sappiamo che negli studi effettuati in tema di vbac, con particolare riferimento alle percentuali di rottura d’utero, non viene operata alcuna distinzione a monte circa le modalità dell’assistenza al travaglio, e che per questa ragione non è possibile affermare con assoluta certezza che eventuali complicazioni siano dovute di per sé al cesareo pregresso e non piuttosto o anche ad interventi e procedure mediche attive quali stimolazioni, induzioni, somministrazioni di ossitocina sintetica per accelerare il travaglio, manovre di Kristeller, ecc.
Abbiamo, invece, imparato e crediamo profondamente che per favorire lo svolgimento senza complicazioni di un parto dopo cesareo sia fondamentale, in presenza di condizioni di pieno benessere materno-fetale, limitare al minimo, se non evitare completamente, qualsiasi intervento esterno su un utero cicatrizzato, cui deve essere consentito di fare il suo lavoro anche lentamente, al di fuori dei tempi imposti dai protocolli ospedalieri, ed al riparo da interferenze inutili e potenzialmente pericolose.
Proprio in virtù di tutto questo, il parto a domicilio dopo cesareo, a termine di gravidanza fisiologica ed in assenza di particolari condizioni di rischio, ha garantito a molte di noi un’esperienza di nascita dolce, rispettata e naturale, ha salvaguardato il momento unico ed irripetibile dell’imprinting, ha consentito di evitare non solo la ripetizione di un intervento chirurgico non esente da rischi, ma anche eventuali interventi acceleratori del travaglio o del parto (magari altrettanto traumatici come l’episiotomia o la ventosa), spesso effettuati di routine nei nostri ospedali anche sulle precesarizzate.
Del resto, le stesse Linee Guida che consigliano alle donne che abbiano subito uno o due cesarei di partorire in ospedale, raccomandano al tempo stesso agli operatori sanitari di offrire a tutte le donne che abbiano subito uno o addirittura due cesarei la possibilità di partorire per via vaginale, proprio in considerazione dei gravi ed ormai accertati rischi connessi ai plurimi tagli cesarei ripetuti.
Nel fare ciò, sono state recepite le raccomandazioni formulate, in tema di Tecnologia appropriata per la nascita, nel lontano maggio 1985 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui “Non c'è nessuna prova che dopo un precedente cesareo sia richiesto un ulteriore cesareo per la gravidanza successiva” e quindi “I parti vaginali, dopo cesareo, dovrebbero venir incoraggiati”.
Purtroppo, come noi mamme possiamo constatare quotidianamente, specie nel Sud Italia, salvo rare eccezioni, la donna che ha subito un taglio cesareo è ancora convinta di non poter più avere parti naturali e nella maggior parte delle strutture sanitarie, pubbliche e private, si ricorre al T.C. ripetuto di routine; sovente manca la stessa corretta ed obiettiva informazione, prima ancora che la promozione, della possibilità di un cosiddetto "travaglio di prova", ed anche la donna autonomamente informata e fortemente motivata può incontrare non poche difficoltà ad assicurarsi un’assistenza realmente favorevole al VBAC all’interno del SSN.
Auspichiamo che in quest’ambito possa realmente essere garantita la piena ed effettiva tutela della salute e del benessere psico-fisico della madre, del bambino e dell’intera famiglia coinvolta nell’evento-nascita, tutela che non può in alcun modo prescindere, a nostro avviso, dal pieno ed effettivo rispetto della libertà di scelta consapevole ed informata della donna su come e dove partorire. 

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