Rinascere al Naturale

giovedì 23 gennaio 2014

Meglio un cesareo inutile o un parto vaginale violento?

Si chiama violenza ostetrica (anche se non è ancora riconosciuta dallo Stato italiano), e può riguardare tanto un cesareo quanto un parto vaginale. Non ha senso di esistere una polemica tra chi ha subito un cesareo non accettato e chi ha vissuto un brutto parto vaginale, è come discutere tra chi ha ricevuto degli schiaffi e chi ha ricevuto calci: non ha senso decidere cosa è più doloroso, ha senso capire e far capire che noi abbiamo diritto a non ricevere nè schiaffi nè calci, che non sono le uniche due alternative, che abbiamo diritto a ricevere un trattamento rispettoso.
La maggior parte dei parti vaginali di oggi viene gestita con pochissima attenzione per i bisogni, le sensazioni (per esempio il dolore o la paura), il benessere ed anche la salute (ebbene sì, anche la salute) di mamma e bambino. Per questo alcune donne "invidiano" chi ha fatto il cesareo. D'altra parte ci sono anche donne che, pur avendo avuto un cesareo non necessario, ne sono contente e soddisfatte, e in un certo senso va bene così. Ma tutte dovremmo avere la possibilità di informarci, di capire quali sono i nostri diritti (tantissimi, molti molti di più di quelli che ci concedono quando siamo sdraiate su quel lettino gambe all'aria), di prendere decisioni sul NOSTRO parto senza affidarci ciecamente al tal professore. Ognuna, tranne i casi di reale emergenza, dovrebbe poter scegliere di partorire sdraiata sul lettino, o in piedi, o inginocchiata in un angolo per terra; con il sostegno di una persona cara, o da sola (eventualmente con la presenza "invisibile" dell'ostetrica), o alla presenza di tutti gli operatori disponibili se questo la fa sentire sicura; ognuna dovrebbe poter scegliere di avere visite vaginali che possano rassicurarla oppure rifiutare il continuo vai e vieni di mani tra le sue gambe mentre sta travagliando; ognuna ha il diritto di essere sostenuta, incoraggiata, rassicurata, non terrorizzata con presunte impossibilità a partorire (che sono molto, molto rare) per spingerla ad accettare delle forme di medicalizzazione che -spesso non ce lo dicono- non sono mai prive di rischi. OGNI DONNA È A SE', ha le sue sensazioni, il suo vissuto. Ad oggi manca il rispetto di questo, non solo tra gli operatori, ma anche tra le stesse donne. E se qualcuno pensa che il parto sia solo una parentesi nella vita di una donna, un fatto naturale che accade e si conclude, per cui non ha senso darsi tanta pena di parlare, bisogna ricordare che è anche un avvenimento che qualche volta purtroppo sconvolge l'esistenza di una famiglia, che spesso incide -positivamente o negativamente- sulla vita di una donna, e che in ogni caso segna la vita di chi sta venendo al mondo, molto più di quanto comunemente si crede. Quindi è più che comprensibile che l'argomento parto accenda gli animi come, di tanto in tanto, mi capita di constatare.

1 commento:

  1. Io ho partorito con taglio cesareo all' ospedale di Vicenza nel 2012.umanita'zero.cattiveria tanta

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