Alcune persone mi hanno chiesto “ma
quando hai deciso per un hbac?” E “perché proprio un hbac?”
In realtà questo mio desiderio di una
nascita rispettosa per una successiva gravidanza inizia da subito
dopo il cesareo della mia primogenita Martina. So in cuor mio che
almeno un'altro figlio lo avremmo fortemente voluto, anche perché il
dono che una possa fare all proprio figlio è donare un fratello. Un
fratello è per tutta la vita.
La mia consapevolezza e il forte
desiderio di voler fare le cose diversamente come accennavo prima
nasce già da subito e viene scaturito da un mio malessere interno.
Come è solito per me dire: “Non sarei arrivata fin qui se non
avessi subito un cesareo inutile”. All'epoca non riesco neanche ad
accorgermi che soffro e continuerò a soffrire di depressione post
partum negli anni seguenti. So però che dentro di me qualcosa non
va...che qualcosa è andato storto e continuo ad incolparmi. La colpa
me la porto addosso come un peso enorme. Non riesco a capire perché
non riesco ad essere felice per la nascita di mia figlia. Una figlia
tanto voluta e programmata. Mi sento inadeguata, una madre inutile ed
incapace ma sopratutto una donna a metà. Incomincio a documentarmi,
a leggere tutto quello che mi capita fra le mani. La mia voglia di
sapere è come la sete, non finisce mai...è infinita. Intanto leggo
libri che mi aiutano a superare il mio cesareo per far guarire la mia
anima e convivere con la ferita fisica ed emotiva. Scopro pian piano
che non sono sola ma che quello che mi è capitato è successo a
tante altre donne come me. E scopro sopratutto che quello che è
successo non è stata colpa mia. Mi iscivo ad Ican e a vari forum e
racconto la mia storia. Sono sulla retta via per la guarigione ma
nonostante ciò passeranno anni prima di riprovarci per un secondo
figlio un po' per un fattore lavorativo un po' per i scarsi aiuti per
la logistica e anche per dei periodi difficili che dobbiamo
affrontare.
Il 5 novembre scorso il mio corpo
decide che il mio utero e la mia anima sono finalmente guariti e sono
pronti ad accogliere in grembo lo straordinario dono della vita.
Inizia così il mio percorso. Non decido subito per un hbac. La
decisione che mi porterà al hbac sarà un percorso lento e graduale
che verrà naturalmente. Faccio un passo indietro e ritiro fuori
tutte le informazioni che ho raccolto negli anni. Rileggo tutto e a
distanza di anni trovo altre informazioni e statistiche più recenti.
Vengo a conoscenza di vari gruppi di supporto su facebook come VBAC:
parto naturale dopo cesareo e in particolare il gruppo Inncesareo di
cui oggi faccio parte come amministratrice e volontaria attiva. Devo
molto a questi gruppi perché attraverso loro ho imparato ancora di
più e donando il mio sostegno ha permesso me di lottare ad ottenere
la mia rinascita e di aiutare sopratutto altre donne ad ottenere i
loro vbac.
Decido di comunque farmi seguire dal
mio ginecologo che è al corrente della mia sindrome dell'ovaio
policistico e che fortunamente mi aggiunge una settimana in più alla
dpp da ultima mestruzione in tal modo da guadagnare del tempo nel
caso decidessi di andare all'ospedale dove ho partorito la prima
volta. In aggiunta verso l'inzio dell'anno nuovo faccio una colloquio
iniziale con l'ostetrica che mi accompagnerà durante il meraviglioso
percorso nascita di mia figlia. E' solo un colloquio iniziale lei mi
dice, la decisione spetta a noi e deve essere maturata nel tempo. Io
e mio marito abbiamo ancora molte domande e dubbi da chiarire ma li
affrontiamo con il tempo e decidiamo assieme che il parto a domicilio
è la scelta giusta per noi, per la nascita indisturbata che vorremmo
donare a nostra figlia. Decidiamo così di intraprendere il percorso
dell'hbac dicendolo solo alle poche persone che potessero capire,
poche ma buone. Il mio riscatto lo volevo e lo volevo nel migliore
dei modi senza preoccupazioni e stress e troppa gente che facesse
domande.
Debbo dire che è stato un percorso
emozionante quanto difficile e tortuoso. Ho avuto anche io degli alti
e bassi, gente che non credeva in me ma accanto rimaneva mio marito,
il mio angelo custode che ogni volta mi riportava alla razionalità.
Ero tutto ciò che contava. Lui era il mio alleato e sapevo che mi
avrebbe supportato in qualsiasi cosa avessi deciso. Perché un hbac?
Perché sapevo con tutta me stessa che non volevo essere ritagliata.
Avevo paura...paura dell'incapacità di affrontarne un'altro di
intervento, paura della sconfitta, paura di non potermi prendere cura
delle mie figlie già da subito, paura di dover di nuovo attraversare
un periodo buio di nuovo della mia vita da non potermi tirarmene
fuori questa volta. E il rischio di un'altro taglio era troppo alto
dovuto al fatto che sarei quasi sicuramente andata oltre termine.
Dovevo evitarlo a tutti i costi...anche se la mia ostetrica tosta ma
dolce allo stesso tempo mi faceva sempre presente che l'eventualità
di un trasferimento in ospedale a 5 minuti da casa c'era sempre nel
caso il travaglio non avesse rispettato la fisiologia.
Ed è così che la mattina del 7 agosto
mi risveglio verso le 5 di mattina con dei dolori che questa volta
durano più di due ore. Nelle settimane precedenti avevo già perso
parte del tappo mucoso esterno e avuto prodromi dalle 5 alle 7 di
mattino in qualche occasione. Questa volta i dolori al basso ventre e
ai reni continuano a farsi sentire. Mi metto a dondolare sulla palla,
cammino per casa e mi aggrappo al tavolo mentre accolgo il dolore.
Dopo un po mi stanco e decido di mettermi a domire. Se il travaglio
stava per partire sapevo che avrei avuto bisogno di tutte le energie
possibili. Mi risveglio dopo qualche ora e sembra che il dolore si
sia attenuato. Nel primo pomeriggio mi viene a far visita la mia
ostetrica per la mia seconda visita a termine. Dalla visita il collo
risulta totalmente appianato e pervio al dito ma l'utero ancora
posteriore. Nel frattempo i dolori sono cessati del tutto.
L'ostetrica mi conferma che quello che sento sono prodromi ma che
ancora dobbiamo attendere, i dolori potrebbero anche durare parecchie
ore e mi dice che sicuramente faremo notte. Mi dice che i dolori
diventeranno sempre più forti e si raccomanda che io riposi. Con lo
sconforto e il magone in gola torno a letto e il dolore magicamente
riappare. Torna mio marito a casa nel tardo pomeriggio e vedendomi un
po giù di morale mi dice di uscire a fare una breve passeggiata al
supermercato vicino casa. Al supermercato ci sono dei momenti in cui
mi devo sorreggere agli scaffali. I dolori continuano e penso che se
non cessano prima o poi qualcosa accadrà. I dolori persistono per
tutta la serata. Verso le 21.00 decidiamo di andare a letto e
riposarci.
Mezz'ora dopo mi incomincio a lamentare
nel letto, il dolore si sta pian piano intensificando. Vocalizzo
perché è l'unico sollievo che riesco a provare al momento. Mio
marito decide di cronometrare le contrazioni...sono ancora irregolari
ma durano più di un minuto, sono ravvicinate e il dolore diventa
sempre più intenso. Alle 22.45 tutto ad un tratto sento uno strano
rumore, un tappo che si stappa...mi si rompono le acque e allago
tutto il letto. Emozionata faccio un balzo dal letto e chiamo mio
marito che nel frattempo si è appisolato accanto a me con ancora il
cronometro in mano. Scatta fuori dal letto per prendermi un asciugamo
e assieme andiamo in bagno per verificarne il colore. E lì devo dire
che un po' ho avuto paura...avevo paura che potessero essere tinte e
dover andare in ospedale. Ma la paura sparisce subito, il colore è
limpido anche se assieme al liquido c'è anche il tappo mucoso e
sangue. Chiamiamo l'ostetrica per dirglielo, le mandiamo una foto e
con grande sopresa ci dice che è nei paraggi per un'altro parto
vicino casa nostra. Ci dice che ora le contrazioni si
intensificheranno e di tenere duro. Ritorniamo a letto e continuamo a
cronometrare le contrazioni. Sì si stanno intensificando
specialmente dietro ai reni. Nonostante la rottura completa del sacco
continuo a perdere altre gocce qua e là. Alle 12.30 sentiamo suonare
il citofono. La nostra ostetrica con gradita sorpresa è arrivata. Mi
attacca al monitoraggio e mi visita. Ora non sono più in
me...vocalizzo...mi lamento...sudo...e lei mi dice “molto bene sei
già a 5 cm, sei già a metà strada!” gioisco e sorrido a mio
marito che da quando è iniziato il travaglio mi è rimasto accanto
tenendomi la mano, baciandomi e incoraggiandomi. Prosegue il
travaglio e l'unica posizione in cui trovo sollievo e la posizione
semi sdraiata perché sento meno dolore ai reni imbottita con i
cuscini dietro la schiena. Sono ormai in una fase di trance. Sono in
penombra con le luci soffuse nell'intimità della mia casa. Sta
succedendo davvero. E' qui che voglio essere. Non ho paura...accolgo
le onde con tutta la loro potenza. Intravedo entrambi mio marito e la
mia ostetrica indafarrati a preparare tutto l'occorrente per il lieto
evento. Alle 2 l'ostetrica mi comunica che sono a dilatazione
completa. Incomincio a provare le spinte sul letto in posizione
sdraiata laterale. L'ostetrica mi chiede se sento pressione da dover
spingere ma ancora non sento nulla. Non sento ancora il bisogno
imminente di spingere. Mi dice di andare in bagno e provare le spinte
sul water. Non riesco a percepire nessuna pressione ed è frustrante.
Sono stanca e accaldata. L'ostetrica mi chiede se voglio provare la
vasca magari l'acqua mi potrà dare dell'ulteriore sollievo per poter
anche provare le spinte. Entro nella vasca e all'inzio sembra quasi
di provare meno dolore ma mi ricredo quasi subito. Mi metto a pancia
in su nell'acqua e coi piedi ai margini provo a spingere. Cambio
posizione e mi metto in ginocchio e con ogni contrazione provo a
spingere ma la scarsa intesità della contrazioni non mi permette di
spingere efficacemente. Provo ancora ma non si muove nulla. Dico che
voglio uscire e fuori dalla vasca istintivamente torno a letto. Provo
ancora qualche spinta sul letto questa volta semi sdraiata
frontale...maledetta posizione litotomica l'unica che ora che mi da
sollievo ma che non mi sta aiutando a far scendere la mia piccola.
L'ostetrica si alza dal letto, va di la e ritorna con lo sgabello
olandese. Mi dice dolcemente di scendere dal letto e venire a
provare. Sono titubante per via del dolore ma lei nel suo modo
risoluto ma incoraggiante mi dice che tante donne che lo provano si
trovano bene e che aiuta le spinte ad essere efficaci. Mi dice con il
cuore in mano che il dolore quello forte, quello vero lo proverò per
forza in qualsiai posizione una possa provare perché è proprio quel
dolore travolgente che serve a far nascere un bambino. Queste parole
non le scorderò mai. Mi faccio convincere. Mi alzo e la raggiungo.
Mio marito si siede dietro di me sostenendomi la schiena. Appoggio le
mie mani nei suoi palmi, faccio un bel respiro, lo trattengo durante
la contrazione, spingo con tutte le forze che ho e butto fuori l'aria
due volte di seguito accompagnata dalle contrazioni. Entrambi
l'ostetrica e mio marito mi incoraggiano e fanno il tifo...ormai
sento il bisogno impellente di spingere e non riesco più a fermarmi.
Una volta ogni tanto butto un occhio all'armadio specchiato che ho
accanto a me. Sento la testa di mia figlia pian piano avanzare,
l'ostetrica mi dice di toccarla per rendermi conto che oramai manca
davvero poco all'incontro. Altre poche spinte e la testa di mia
figlia è fuori completamente, la mia ostetrica mi aiuta a farla
uscire pian piano e sento mia figlia finalmente scivolare fuori.
Piange all'istante e io rimango lì seduta sullo sgabello incredula
del miracolo che ho appena compiuto. Naomi nasce alle ore 4.47. 4.100
kg e 52 cm di puro amore.
Ero convinta che entrambi io e mio
marito avremmo pianto ma nulla di tutto ciò è accaduto. Sono stata
travolta da una felicità immensa, una scarica di adrenalina pura. Ad
un tratto tutta la stanchezza non c'era più, lasciava spazio solo ad
una sensazione di forza, orgoglio e sollievo che tutta fosse andato
per il verso giusto. Il mio sogno si è avverato. La mia rinascita è
finalmente avvenuta. Sono guarita.
Grazie a te B. Grazie a te Marco, amore
mio che mi hai sostenuto e hai creduto in me sempre e fino in
fondo...ma sopratutto grazie a te Naomi che avete reso il mio sogno
possibile e un'esperienza indimenticabile.
Giorgia e Naomi
8 agosto 2014
Nessun commento:
Posta un commento